martedì 12 febbraio 2019

Semafori Mezzina spenti da oltre una settimana. PEC a Polizia Municipale, Provincia e Prefettura.


I semafori della Mezzina, all’incrocio tra la stessa e la Provinciale Elpidiense-Montegranarese, non funzionano ormai da oltre una settimana. Inizialmente il mancato funzionamento avveniva solo al mattino presto, attualmente i semafori sono lampeggianti tutto il giorno. Si sa che quel tratto di strada è piuttosto pericoloso e che molti, me compreso, auspicano la costruzione di una rotatoria al fine di scongiurare ulteriori incidenti, l’ultimo dei quali è capitato proprio la scorsa settimana. Per questo motivo ho scritto una PEC al Comando di Polizia Municipale di Sant’Elpidio a Mare, sul cui territorio ricade l’impianto semaforico e che ne dovrebbe avere il controllo, nonché alla Prefettura di Fermo e alla Provincia per opportuna conoscenza. Speriamo che, almeno, riaccendano i semafori. Sotto trovate il testo della mail certificata.


Luca Craia


Con la presente sono a segnalare che i semafori che regolano l’intersezione tra la Strada Provinciale 209 “Mezzina” e la Strada Provinciale 27 “Elpidiense-Montegranarese” risultano non funzionanti da diversi giorni. Come è noto, questo tratto di strada è frequentemente teatro di incidenti, alcuni dei quali molto gravi e, in alcuni casi, con esiti luttuosi. Fermo restando, quindi, la necessità di una regolamentazione del traffico più efficace rispetto a quella semaforica, sarebbe comunque opportuno che i semafori funzionassero senza interruzioni. Sono pertanto a sollecitare il ripristino del funzionamento dell’impianto, auspicando anche da parte Vostra sollecitazioni presso l’Ente gestore perché appronti misure più efficienti.
 

lunedì 11 febbraio 2019

Il 5% degli Abruzzesi vota PD. E loro insistono con politiche anti-italiane.


Una sinistra ci vuole, in un Paese civile. Una sinistra ci vuole sia che faccia opposizione sia che governi. Ma ci vuole una sinistra moderna, sganciata dalle ideologie antiquate e attenta alle reali necessità del Popolo, una sinistra che torni interprete dei bisogni delle classi più deboli, che interpreti e agisca per tutelare i diritti del proprio elettorato. Questa sinistra una volta c’era, e lavorava bene. Poi s’è rotto qualcosa, non soltanto il Muro di Berlino, e nessuno è stato in grado di ripararlo. Da lì è iniziata la fine della sinistra italiana, troppo attenta alle posizioni radicali, troppo serva delle politiche economiche imposte da Europa e mercati, sempre più distante dagli Italiani e dai loro problemi. Abbandonata la classe operaia, forse anche perché una classe operaia vera e propria non c’è più anche per opera stessa dei governi di centro-sinistra, ora la sinistra italiana cerca di salvarsi la faccia facendo della questione immigrazione una bandiera, pensando di prendere due piccioni con una fava: assecondare Europa e mercati che vogliono l’Italia come deposito per questi disperati importati per svolgere funzione di nuovi schiavi e crearsi una facciata sociale che salvaguardi la vocazione di difensori dei più deboli. In questo dimentica i più deboli di casa propria, quelli che fanno le spese di queste politiche, quegli operai che vedono decurtarsi lo stipendio e il potere di acquisto dello stesso, il diritto al lavoro, il futuro dei giovani. E questi votano.
Il risultato lo vediamo in Abruzzo, ma lo sapevamo già. Il Pd, quello che una volta era il Partito Comunista di Berlinguer, Ingrao, Iotti, in Abruzzo riesce a prendere 60.409 voti, ossia l’11,37% dei votanti. Un risultato disastroso che diventa un’apocalisse se si pensa che l’elettorato abruzzese è composto da 1.200.000 elettori e che, quindi, chi ha votato Pd rappresenta circa il 5% del corpo elettorale abruzzese. Gli Italiani non votano più a sinistra, le classi più deboli non si sentono rappresentate, anzi, si sentono defraudate da quelli che una volta erano i loro naturali rappresentanti. La sinistra italiana è diventata una forza politica che rappresenta élite ricche e potenti, intellettuali o presunti tali che non hanno la minima idea di cosa un Italiano medio debba affrontare per sopravvivere, un partito di fortunati che possono permettersi di fare i socialisti selettivi perché non conoscono i problemi reali della gente. Ma quella gente, dicevamo, vota. Una sinistra, però, ci vuole, e il fatto che non ci sia più è una responsabilità ulteriore che grava sulle spalle della dirigenza e delle stesse basi di quella che chiamiamo sinistra ormai soltanto per comodità.

Luca Craia



sabato 9 febbraio 2019

Macerata: il Comune sventola il tricolore. Ma quello francese.


Se Massimo Ranieri cantava, 23 anni fa a Sanremo, la celebre Perdere l’Amore, oggi potremmo ricantarla parafrasandola in “perdere la testa” guardando quanto accaduto a Macerata dove, da una finestra del Municipio. Ha iniziato stamattina a penzolare la bandiera francese. C’è un caso diplomatico in corso, anche piuttosto serio, e forse questo gesto è interpretabile come uno schierarsi politicamente anziché col proprio Paese con quello, in questo caso, antagonista. Il fatto già di per sé sarebbe curioso e piuttosto censurabile, anche in funzione del fatto che il Municipio è, o dovrebbe essere, la casa comune, anche di quelli che non reputano di dover supportare le ragioni della Francia.
Ma, a parte i criteri di opportunità, siamo anche e soprattutto in aperta violazione delle norme del cerimoniale di Stato che vietano in maniera categorica l’esposizione del vessillo di un Paese estero sulla facciata di un palazzo istituzionale italiano. Potrebbe aprirsi, quindi, un caso politico e istituzionale piuttosto grave, magari con un auspicabile intervento del Prefetto a far rimuovere la bandiera estera. O forse è solo un caso di daltonismo.

Luca Craia

Gismondi rappresenterà il Fermano all’Assemblea Nazionale dell’Unione Province Italiane.

Ottimo risultato per Gastone Gismondi, ex Sindaco di Montegranaro e Consigliere presso la Provincia di Fermo: votato all’unanimità, Gismondi giunge all’UPI, l’Unione delle Province Italiane. L’elezione è avvenuta oggi durante il Congresso delle Province Marchigiane tenutosi presso la sede provinciale di Macerata, alla presenza del Presidente Regionale Antonio Pettinari. 
Un voto unanime che soddisfa molto Gastone Gismondi, che registra anche l’appoggio di quell’Aronne Perugini, ex Presidente della Provincia di Fermo e antagonista a livello cittadino. Un segno di stima e un riconoscimento all’impegno che porta il Montegranarese a rappresentare la Provincia di Fermo e il suo territorio a livello nazionale nell’organismo che interfaccia le Province e lo Stato. Il primo appuntamento istituzionale già martedì prossimo, a Roma, per eleggere il nuovo Presidente Nazionale UPI. Un grande in bocca al lupo unito all’augurio di buon lavoro.

Luca Craia