venerdì 10 marzo 2017

Grotte da monitorare. I lavori sopra sono rischiosi



Ha ragione Marco Pagliariccio quando, nell’articolo odierno del Corriere Adriatico, parla di perplessità circa le grotte del centro storico in vista dei lavori di rifacimento della pavimentazione. È sacrosanto, e lo posso dire conoscendo bene la materia, anzi, mi meraviglia che Pagliariccio non mi abbia fatto almeno una telefonata (non mordo, anche se i rapporti non sono idilliaci). Gli ipogei del centro storico, eccetto alcuni che sono stati nel tempo tombati a causa di crolli o per specifica volontà dei proprietari delle case che vi insistono, percorrono quasi tutto il sottosuolo del castello e costituiscono una sorta di rete viaria sotterranea alternativa, almeno così era nel passato.
Nella mappatura, seppur parziale, effettuata da Arkeo e Labirinto, con la collaborazione del Gruppo Speleo del Cai di Fermo, abbiamo rilevato uno stato di salute piuttosto buono nella maggior parte dei casi. Ma la mappatura in questione si è conclusa due anni fa e, nel frattempo, si è verificata la serie di scosse sismiche che hanno arrecato danni seri in superficie. A causa del terremoto è anche stata rimandata la seconda parte della mappatura, ma da alcuni sopralluoghi effettuati indipendentemente dal programma i dati sono decisamente mutati in senso peggiorativo.
Da quello che si è visto il terremoto ha causato danni più o meno gravi alle volte di diversi ipogei e sarebbe auspicabile un controllo a tappeto degli stessi, specie di quelli interessati dai lavori prossimi a iniziare. La cosa è già stata espressa nei comunicati congiunti pubblicati nei mesi scorsi da parte di Arkeo e Labirinto che collaborano con Città Vecchia al tavolo congiunto per il centro storico. La questione, quindi, è nota ma è stata fino a qui ignorata. Mi auguro che almeno l’ipogeo di piazza Mazzini sia stato controllato, visto che, durante i lavori, molto traffico verrà deviato proprio sul pavé della piazza. Da quello che si nota in superficie ci sono fessurazioni piuttosto preoccupanti e temo che l’aggravio di traffico possa avere conseguenze serie sulla tenuta delle volte. Ma lo stesso vale per tutte le grotte sottostanti la viabilità ordinaria del centro storico. Ma può darsi che abbiano controllato e non ce l’abbiano detto. Chissà…
                                      
Luca Craia

giovedì 9 marzo 2017

Attentato, altro che incidente. L’Italia in mano ai delinquenti.



Scrivo emotivamente scosso, e non dovrei farlo ma non posso trattenermi, tanta la rabbia che provo dopo la notizia del crollo del ponte sull’A14. E non è soltanto perché stamattina lì sotto c’è passato mio figlio, non è solo perché io stesso ci sarò passato migliaia di volte. La rabbia è dovuta alla constatazione del fatto che l’Italia è in mano a delinquenti, a ogni livello. Non è solo incompetenza o superficialità. Questa è delinquenza.
Due morti, almeno a quanto si sa al momento. Due persone che viaggiavano tranquille in autostrada, pagando il pedaggio per viaggiare più sicuri. Gli è cascato addosso un ponte, capite? Non è una barzelletta, sono morti per davvero.
È già cominciata l’operazione “scaricabarile”. La colpa è dell’ANAS, no è della Società Autostrade, macché è del Governo, no anzi è della Regione. Alla fine la colpa sarà degli operai che stavano sopra quel maledetto ponte a lavorare e pace per tutti. Centomila Euro di risarcimento per gli eredi delle vittime e fine della storia. In attesa della prossima disgrazia che disgrazia non è. Perché questo è un attentato, altro che disgrazia. È una strage, consapevole. Perché se esiste un fattore di rischio, anche dello zero virgola zero, il rischio non si può correre. Non si può mettere a repentaglio la vita delle persone così. Questa è delinquenza.

                                      
Luca Craia

Reddito di inclusione. Ancora un provvedimento che non sostiene gli Italiani ma gli stranieri.



Se è una marchetta elettorale, come paventato da Movimento 5 Stelle, è una marchetta elettorale che non funzionerà perché i beneficiari non votano, almeno non ancora. Il reddito di inclusione, questa enorme baggianata che si sono inventati i finti campioni delle classi deboli, non favorirà i cittadini italiani se non forse, in maniera pressochè impercettibile, così come gran parte di quel poco che rimane dello stato sociale. I criteri di assegnazione di questo nuovo geniale ammortizzatore sociale sono sempre gli stessi, ossia quelli legati alla certificazione ISEE, quella stessa che determina come assegnare, per esempio, le case popolari.
Saranno davvero pochi i cittadini italiani, che lo sono da generazioni, che potranno presentare una certificazione che possa competere con quella degli immigrati. Così, come per le case popolari, appunto, questa nuova spettacolare stupidaggine, che elargirà qualcosa come 2 miliardi i Euro, dei quali 1,6 miliardi di provenienza diretta dalle nostre tasche e i rimanenti che arrivano dall’Europa, quindi, indirettamente, dalle nostre tasche, andranno a favore di cittadini stranieri. Con buona pace di sindacati, radical chic e del popolo di sinistra che non c’è più.
                                      
Luca Craia