giovedì 9 marzo 2017

Impazza su Facebook il video satirico dei 5Stelle sul Consiglio Show



È un video divertentissimo quello pubblicato ieri dal Movimento 5 Stelle Montegranaro su Youtube. Una satira pungente di quanto accaduto sabato 4 marzo durante la seduta del Consiglio Comunale Show ottenuta tramite il doppiaggio in dialetto montegranarese di un video in spagnolo che non c’entra nulla e parla di tutt’altro, ma affiancare la resocontazione dei fatti in dialetto con il video, che mostra un uomo con una risata irresistibile, ha un effetto prorompente. Su Facebook e su Youtube sta già contando centinaia di visualizzazioni e i commenti di chi l’ha visto sono estremamente divertiti. Rimane però il dato politico che, tra una risata e l’altra, vi invito a tener presente. Quello che il video dice scherzando è esattamente quello che è successo. Ridiamoci su, ma riflettiamoci. Il video è qui sotto.
                                      
Luca Craia

mercoledì 8 marzo 2017

Le donne del terremoto: la burocrazia marchigiana fa più danni del terremoto



“Le istituzioni ci hanno abbandonato, ma io voglio andare avanti, anche se qui nelle Marche la burocrazia sta facendo più danni del sisma". Lo dice all’ANSA Alba Alessandri, allevatrice di Serravalle in Chienti, entrando come ogni giorno nella sua stalla, rischiando che le cada addosso perché non ha alternative, non glie le hanno date. Alba aveva un bell’allevamento di galline ovaiole, ma le ha dovute dare via perché per le galline non sono previste tensostrutture provvisorie. Ha anche i bovini e per le mucche la stalla è prevista ma non si sa quando verrà consegnata. Per ora si va avanti così, rischiando la vita ogni giorno, dentro strutture pericolanti.
Sono passati oltre sei mesi dalla prima scossa, quattro da quella che ha massacrato la zona sibillinica. Quello a cui assistiamo è l’abbandono, lo sfascio, la disorganizzazione. Il sospetto che ci sia una volontà dietro questo pressapochismo si fa sempre più forte, una volontà di affossare un territorio, di desertificarlo, di costringere la gente ad abbandonare paesi e attività commerciali. La burocrazia, questa macchina infernale, è necessaria per il funzionamento della pubblica amministrazione. Ma la politica non è capace di semplificare, di derogare a norme farraginose che bloccano ogni iniziativa, che tengono tutto fermo allo scorso agosto. E non sappiamo, davvero non capiamo, se sia incapacità o una volontà precisa.
                                      
Luca Craia

Le Marche Sud dicono no alla Camera Unica. Scarsa conoscenza del territorio da parte della Regione Marche



Con la delibera della Giunta e del Consiglio della Camera di Commercio di Fermo, inviata anche al ministero dello Sviluppo economico, all’UNIONCAMERE nazionale e al Presidente della Regione Marche, si è ufficializzata la volontà del tessuto economico e politico delle Marche del Sud di non aderire al progetto della Regione Marche, che accoglieva una mozione del PD marchigiano, di unificare tutte le Camere di Commercio regionali sotto un unico organismo.
La delibera, che ratifica la decisione del Consiglio Camerale del 21 febbraio scorso che a sua volta interpretava la volontà espressa dai Sindaci dei tre capoluoghi di provincia del sud delle Marche, Paolo Calcinaro di Fermo,  Guido Castelli, di Ascoli Piceno e Romano Carancini di Macerata, va incontro all’esigenza delle imprese del territorio che vedono come una iattura l’unificazione delle camere di commercio, e chiede che, almeno, vengano istituite due Camere di Commercio, una delle quali per le Marche Sud.
Il piano di unificazione è l’ennesima testimonianza di quanto chi amministra le Marche sia totalmente distaccato dalla realtà e non conosca le peculiarità di questa Regione. Le Marche sono una regione plurale la cui caratteristica è appunto la differenziazione, oltre che culturale, economica. Unificare i servizi alle imprese forniti dalle Camere di Commercio, oggi più che mai essenziali, comporterebbe la perdita di quel bagaglio di conoscenze che ogni camera possiede relativamente al proprio territorio, mettendo a serio rischio la competitività delle piccole imprese che verrebbero private di un referente fondamentale.
La volontà espressa dalla Camera di Commercio di Fermo ovviamente non è in alcun modo vincolante, ma ci si augura, per il bene di tutti, che venga presa nella debita considerazione e che la Regione venga a più miti consigli, prima di effettuare un ennesimo massacro del tessuto sociale ed economico della nostra Regione.
                                
Luca Craia