lunedì 23 novembre 2015

Comincia il Presepe Vivente con le stelle comete.


Volontarie di Arkeo che distribuiscono le stelle davanti la chiesa di San Serafino al termine della messa del sabato sera.

È stato un fine settimana intenso per l’Ente Presepe Vivente e le associazioni che vi aderiscono. Si è partititi sabato con la consegna all’Oratorio Interparrocchiale I Care dei giochi e delle attrezzature acquistati dall’Ente con il ricavato dell’edizione dello scorso anno con un incontro, alla presenza della stampa, in cui si è rimarcato come l’iniziativa sarà ricorrente. Per quest’anno ancora non si è deciso come destinare gli eventuali fondi che si raccoglieranno ma certamente saranno investiti in iniziative a favore della comunità cittadina montegranarese. È una cosa importante perché, oltre al valore assoluto dell’organizzare un evento di tale rilievo che coinvolge così tanti cittadini montegranaresi e restituisce il senso di appartenenza a una comunità, il risvolto pratico è anche la possibilità tangibile di realizzare qualcosa di concreto e utile.
Poi, tra sabato e domenica, è partito di fatto il Presepe 2015 con la consegna delle stelle comete in polistirolo che addobberanno le case dei Montegranaresi. Nella mattinata i manufatti sono stati portati nelle scuole dove i ragazzi si impegneranno a decorarle e a esporle nelle loro case. Se vorranno potranno inviare una foto all’organizzazione del Presepe che sceglierà la stella più bella e la utilizzerà nella scena della Natività. Altre stelle sono state consegnate direttamente alle famiglie all’uscita di tutte le messe del fine settimana. Ci si augura che Montegranaro presenti un’immagine unita tramite l’utilizzo di questo semplice decoro. Il Presepe, quindi, diventa anche occasione di coesione per un paese che si riscopra vivo e unito.

Luca Craia

Sì ma… il cinema?



Riaperto finalmente il nostro amato teatro con una manifestazione di pregio elevato (ma si poteva inaugurare il giorno prima e gratis, per dare un segnale che il teatro è davvero di tutti) rimane appesa la questione cinema. Ubaldi parla, ottimisticamente, di ricominciare le proiezioni nono prima del 2016, se tutto va bene dopo l’estate. Dico ottimisticamente perché comprare il macchinario per la proiezione digitale non è economicissimo e, purtroppo, si è persa l’occasione di usufruire dei fondi europei.
Il punto è proprio questo: perché si è persa questa occasione? Perché ora dobbiamo spendere soldi, necessari, per carità, che potevano però essere risparmiati semplicemente organizzandosi per tempo? La risposta non può essere quella sostenuta dal vicesindaco, ossia che col teatro chiuso non si poteva concorrere, perché si sapeva benissimo che il teatro avrebbe riaperto al massino entro fine anno (addirittura, si ricorderà, si suppose la sua apertura per aprile, con lo spettacolo di Ascanio Celestini, cosa che poi non fu più possibile). Quindi perché, nel frattempo, non si è stipulato l’accordo col gestore in modo di poter presentare la domanda per i fondi in questione?
Credo che la questione sia importante. Infatti non è solo per dover passare un altro anno senza cinema, è anche il dover spendere ulteriori soldi che potevano essere risparmiati. E un cinema chiuso non è cosa di poco conto. Il cinema, in un piccolo centro come il nostro, svolge un’importante funzione sociale. Aggrega, fornisce cultura, sostiene la gioventù. Montegranaro dovrà fare a meno di tutto questo per un altro anno.

Luca Craia

Gli ospedali esistenti, da costruire, da ristrutturare e i soldi sprecati.



Quando si parla di ospedali, nel fermano, di solito si finisce sempre nel campanilismo, si riduce il discorso a una lotta tra paesini a chi deve tenersi il proprio nosocomio più per una questione di affettività che di logica. Vorrei provare a fare qualcosa di diverso, sempre che sia possibile, in un momento in cui l’argomento sanità è particolarmente di attualità.
Stanno accadendo cose meravigliose: mentre arrivano, puntualmente, rassicurazioni da parte dell’assessore regionale Cesetti sul fatto che presto si comincerà a costruire il nuovo ospedale di Fermo, cosa alla quale penso non creda più nemmeno lui, apprendiamo che l’ospedale di Montegiorgio sarà riconvertito il “casa della salute”. Ora, io non so esattamente cosa sia una casa della salute ma assomiglia molto, come termine, ai tanti villaggi che sono stati intitolati a Montegranaro senza mai aver funzionato. Solo che, nel caso specifico di Montegiorgio, questa riconversione sembra vada a costare alla collettività oltre il milione di Euro.
La domanda che allora mi pongo è questa: è necessario spendere questi soldi? E mi rispondo: sì, se si vuole per forza adoperare la struttura di Montegiorgio, vetusta e bisognante di interventi importanti. Allora mi faccio una seconda domanda: come si può fare per risparmiare questi soldi, se non tutti almeno una parte? E mi rispondo: ci sarebbe la struttura dell’ospedale di Montegranaro, molto più recente, sostanzialmente in ordine, in parte ancora ben attrezzata e soprattutto, in gran parte inutilizzata. E qui mi faccio una terza domanda: Cesetti, tutto questo non lo sa? Mi rispondo: dovrebbe. Quarta domanda: allora perché va a spendere tutti questi soldi a Montegiorgio mentre potrebbe risparmiarli utilizzando la struttura di Montegranaro? La risposta la lascio a chi legge.
Il punto, però, è anche un altro: come mai Montegranaro, negli anni, non è mai stato considerato, preferendo di volta in volta altri plessi che, a rigor di logica (di spesa) avrebbero dovuto essere scartati? Come mai sono stati spesi (e ancora si spendono) soldi pubblici in quantità a Montegiorgio o Sant’Elpidio e a Montegranaro ci siano sempre accontentati di briciole e delle fantasiose idee di Gianni Basso su fantomatiche cliniche del piede? La risposta sta nella politica, nei personaggi che siamo riusciti a esprimere nel tempo e al loro peso a livello regionale. E, visto il panorama attuale, c’è poco da sperare. Ma tutto questo non tanto perché mi interessa avere una struttura funzionante a Montegranaro quanto perché consentirebbe un notevolissimo vantaggio economico per la Regione e, di conseguenza, per le nostre tasche. Questo anche Cesetti lo sa. E i politici nostrani?

Luca Craia