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mercoledì 3 agosto 2016

Erdogan e la pochezza di Renzi



Ho ascoltato sbigottito l’intervista del Presidente turco Erdogan rilasciata ieri al Tg1. Lo sbigottimento era dato in parte dal fatto che stessi ascoltando il Tg1, ma soprattutto da quello che quest’uomo diceva con una candidezza disarmante, come se insultare e minacciare uno Stato sovrano e alleato, membro di una comunità di Stati, quella europea, alla quale si tende ad essere accettato fosse la cosa più naturale del mondo.
Erdogan ha detto cose incredibili che spiegano molto sul concetto di Stato e di “democrazia” che ha l’uomo in sé ma anche il suo partito che, ricordiamolo, è un partito islamista. È importante sottolineare la natura confessionale del partito di cui Erdogan è espressione perché, nonostante la coalizione sia considerata moderata, anzi, proprio in funzione di questa sua presunta moderazione, i concetti espressi dal suo leader ci danno l’esatta misura del concetto democratico che appartiene a chi governa confessionalmente in nome dell’Islam. Considerando che la Turchia chiede da tempo di entrare in Europa e che oggi lo fa avendo in mano la formidabile arma di milioni di profughi pronti a essere riversati sul suolo europeo, tutto questo è spaventoso.
Ho trovato, nel contempo, sconcertante la risposta del nostro premier Renzi. Sconcertante non nei contenuti che, anzi, sono pienamente condivisibili, quanto per la rilevanza che il nostro capo del Governo ha dato alla cosa. Un tweet. Non un comunicato stampa, non una protesta ufficiale. Renzi ha ritenuto di chiudere l’attacco istituzionale, perché di questo si tratta, perpetrato dal nostro presunto alleato turco nei confronti della nostra Magistratura, uno dei tre poteri fondanti dello Stato Italiano, con poche righe su un social network.
Siamo il Paese che ha sacrificato il proprio mercato, prospero e proficuo, con la Russia per assecondare le mire espansionistiche degli USA, facendo enormi danni alla propria economia e chiudendo di fatto i rapporti con un partner commerciale e potenzialmente politico fondamentale senza averne alcun motivo logico, e di fronte a un attacco inqualificabile da parte di un satrapo dittatore da quattro soldi reagiamo con un tweet. Fano bene gli Americani a colonizzarci.

Luca Craia