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martedì 7 giugno 2016

Antennona: la situazione si fa preoccupante a 9 giorni dal termine.


L'assemble pubblica del 31 marzo 2016 sull'antenna

La data fatidica è quella del 16 giugno, termine ultimo dopo il quale da Vodafone dovrebbe spegnere il ripetitore vecchio, quello oggetto di contenzioso per il quale la società telefonica ha dovuto intraprendere un nuovo iter per installare un nuovo ripetitore che, si ricorderà, è stato però posto troppo vicino alle abitazioni tanto da sollevare serie preoccupazioni da parte dei residenti. Il nuovo ripetitore, o quanto meno il palo che lo dovrebbe sostenere, è stato eretto in posizione errata rispetto al progetto originale approvato dal Cosif, da cui la richiesta, da parte dell’opposizione, di un provvedimento che costringesse la Vodafone a sanare il tutto abbattendo il palo e ripresentando un progetto corretto. La richiesta dell’opposizione ha prodotto un’ordinanza del Sindaco che ha costretto la Vodafone a rimuovere il palo.
Ora il problema, però, si fa serio, perché se il 16 giugno il vecchio ripetitore venisse spento senza un altro a sostituirlo nelle vicinanze, la Vodafone rischierebbe un accusa di interruzione di pubblico servizio, che a cascata potrebbe riversarsi sul Comune di Montegranaro con conseguenze piuttosto pesanti. E soluzioni, al momento, non se ne vedono. Le trattative coi privati i cui siti potevano essere alternativi a quello in cui è stato installato il nuovo palo non sono andate a buon fine mentre la Vodafone bocciava altre proposte con i proprietari più disponibili. In quadro, quindi, si fa piuttosto fosco, con un ripetitore che potrebbe essere disattivato entro 9 giorni e nessuna alternativa, a meno che il proprietario del terreno su cui sorge non conceda una proroga.
Non sembra, quindi, che ci siano soluzioni percorribili al momento e l’Amministrazione Mancini vede questa situazione come una spada di Damocle, data la leggerezza con cui è stata trattata fin dall’inizio. Del resto, non si fosse mossa la popolazione, la nuova antenna sarebbe stata attiva da un pezzo. Ora rimangono ben poche speranze per evitarne l’accensione e si spera anche che le conseguenze non siano aggravate da azioni legali contro il Comune che, se si fosse agito prima e con maggior trasparenza, sarebbero state evitabili.

Luca Craia