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sabato 9 luglio 2016

Assegnato un altro alloggio popolare. Ma non s’era detto che non serviva toccare i regolamenti?



Le bugie hanno le gambe corte, specie quando, per quanto a malincuore, i provvedimenti vanno resi pubblici. Ad esempio qualcuno ricorderà quando il Sindaco (sindaca, sindachessa?) di Montegranaro affermò che non era necessario mettere mano ai criteri di assegnazione delle case popolari, come richiesto dal suo Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli e dalla sezione montegranarese di Fratelli d’Italia? La dottoressa Mancini motivò il suo diniego affermando che non erano previste a breve nuove assegnazioni di case popolari, per cui il problema ce lo saremmo posto a tempo debito. Questo accadeva pochi mesi fa.
Con determina numero 148 del 21/06/2016, invece, si assegna un appartamento sito in via Cardinale Svampa a una signora di origine straniera (strano). Alla signora è stata data, come da regolamento, la possibilità di scegliersi l’appartamento che preferiva e la signora ha scelto questo nonostante fosse più piccolo rispetto a quanto gli spettasse.
Tutto regolare, tutto secondo legge e regolamenti. E so anche cosa mi si potrà rispondere: l'assegnazione era già stata fatta nel 2014. Certo, ma l'appartamento è stato consegnato oggi. Forse sarebbe il caso di riprendere la discussione e vedere come poter modificare i criteri di assegnazione, perché altrimenti tutti gli alloggi popolari verranno assegnati a cittadini stranieri e questo, consentitemi, crea giocoforza i presupposti per attriti e difficoltà di integrazione. La questione, più che di razzismo, è di equità. E di non dire le bugie.

Luca Craia

mercoledì 15 giugno 2016

Il Comune non paga le quote e non vota per Marca Fermana. Ottimo modo di fare turismo.



Che Marca Fermana, così come ha funzionato fino a oggi, sia sostanzialmente un organismo quasi inutile per la promozione turistica del Fermano è assodato: sono scarsissimi i risultati fin qui prodotti a fronte di spese correnti piuttosto pesanti. Ciò non toglie che, comunque, rimanga potenzialmente uno strumento che, con i dovuti correttivi, potrebbe rivelarsi molto utile per incentivare l’economia turistica della costa e far finalmente partire quella dell’entroterra.
Paesi come Montegranaro, i cui amministratori, a parole, fanno un gran baccano, nominando spesso anche a sproposito la parola turismo, dovrebbero quantomeno provare ad approfittare della scadenza di mandato del Presidente per provare a dare un’inversione di tendenza al Sistema Turistico locale, magari inserendo persone di fiducia e competenti all’interno dell’ente stesso. E invece Montegranaro non viene nemmeno ammesso alla votazione. Motivo? Sembra non sia in regola con il versamento delle quote.
Aumentano così i dubbi su cosa si intenda per turismo dalle parti di piazza Mazzini e come lo si voglia sviluppare. Finora abbiamo assistito a iniziative che sembravano più dei giochini da ragazzi, improvvisate, senza un progetto di fondo: visite turistiche spot, percorsi privi di una guida e di una traccia, assenza totale di promozione. Infatti il problema sembra essere proprio quello: l’assenza di un progetto generale per il turismo, legato alla valorizzazione del patrimonio storico e, quindi, del centro storico. Così come non si vede cosa si voglia realmente fare per il patrimonio storico-culturale, allo stesso tempo non si scorge quale sia la visione che l’assessore ma soprattutto la giunta che egli sostiene abbiano del turismo, una giunta che, ricordiamolo, non destina quasi un centesimo per il comparto. Questo ultimo episodio ne è l’ennesima prova.

Luca Craia

mercoledì 25 maggio 2016

Casa di Riposo: scade il Cda e si profila battaglia



Il Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo di Montegranaro è in scadenza con la fine di maggio. Nonostante i tentativi, non privi di cattiveria nei confronti della persona del Presidente, Lucio Melchiorri, per far decadere il CDA anticipatamente, da parte dell’Amministrazione Comunale, con accuse anche pesanti ma rivelatesi infondate, i fatti hanno dato ragione a Melchiorri che chiude il suo mandato con la sua naturale scadenza. Nessuno gli chiederà mai scusa ma credo basti la soddisfazione di aver raggiunto la fine del mandato in scioltezza. Credo, comunque, che una sua riconferma sarebbe cosa opportuna soprattutto in considerazione del suo operato incontestabilmente positivo.
La nomina del nuovo CDA, che spetta al Consiglio Comunale, avverrà a luglio prossimo, ma già circolano voci piuttosto insistenti sui nomi dei prescelti dalla maggioranza per sostituire i membri attuali, per 4/5 nominati dalla maggioranza di allora che oggi è all’opposizione e con il quinto che, per varie vicissitudini, non è più così vicino al Pd che lo nominò a suo tempo.
Attualmente il Pd sembra orientato a nominare Luigi Cameli, tesserato storico e uomo di partito. Ubaldi pare vorrebbe indicare Livio Botticelli, ex vicesindaco di era bassiana e uomo della sua area da sempre, mentre l’area del Presidente Antonelli pare indicherà Luciano Di Chiara. Sul quarto membro non sembra ci siano nomi così certi, ma circola insistentemente quello della professoressa Anna Maria Vecchiola, che ogni tanto rispunta per questo o quell’incarico indicata talvolta dalla maggioranza e talvolta dai Cinquestelle. La Vecchiola è comunque inquadrabile in quota Ubaldi, e questo darebbe un segnale piuttosto forte sulla predominanza politica nel prossimo CDA.
La minoranza ancora non fa nomi ufficialmente, ma pare che Viviamo Montegranaro sia orientata verso la riconferma di Melchiorri, cosa che non sembra dispiacere ai Cinquestelle e forse nemmeno a Basso.
Poi toccherà nominare il Presidente e forse anche qui qualche problema ci potrebbe essere. Il Presidente è espressione del CDA ma è difficile pensare che non ci saranno influenze da parte dei partiti di riferimento. È quindi presumibile che ci sarà battaglia in seno alla maggioranza, viste le anime ben distinte che la compongono e la sempre presente necessità di accontentare le mire di qualcuno. Fino a oggi Ubaldi ha fatto il buono e il cattivo tempo, ora ci sarà da vedere cosa accadrà in questo frangente e se il Pd chiederà il conto.
Infine c’è il nodo delle nomine da parte della minoranza. Normalmente dovrebbe essercene una sola, ma quando fu nominato l’attuale CDA si giunse all’accordo, in Consiglio Comunale, per concedere all’opposizione un membro per ogni gruppo. Così furono nominati due membri: Alberto Gazzani, di nomina Pd, e Cristiana Strappa di nomina Liberi per Montegranaro, poi dimessasi dopo l’elezione in Consiglio Comunale. Secondo questo principio ogni gruppo di minoranza potrebbe esprimere un consigliere ma, essendoci quattro gruppi di minoranza (Viviamo Montegranaro, Cinquestelle, Basso e Sel), arriveremmo a otto consiglieri totali e alla sostanziale parità tra maggioranza e opposizione. Insomma, c’è materiale su cui divertirsi. Vedremo.

Luca Craia