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giovedì 3 dicembre 2015

La Mancini ne ha per tutti ma è in difficoltà



Mi ha fatto un certo effetto leggere le parole del Sindaco Mancini oggi sul Carlino. Ho visto un Sindaco in difficoltà molto serie, sola anche all’interno del proprio schieramento, inferocita con gli avversari come una fiera ferita ma pronta a saltare alla gola a chiunque si avvicini. È decisamente un brutto momento per il nostro Sindaco, non solo perché la sua maggioranza perde pezzi e si sbriciola, ma anche perché, all’interno del suo stesso schieramento, la situazione sembra tutt’altro che sotto controllo, con un vicesindaco sempre più sindaco e sempre più belligerante contro chiunque si frapponga tra lui e i suoi piani, con un Presidente della Provincia sempre più disinteressato delle sorti del paesello, con il resto della compagine sempre più inconsistente.
Eccola allora duellare con Antonelli per e-mail senza curarsi che la disfida verbale è sotto gli occhi di tutti i Consiglieri Comunali. Eccola evitare la questione degli alloggi popolari perché sa che potrebbe innescare altri processi di disgregazione nella sua compagine. Eccola lanciare accuse infamanti e assurde verso Sel che, invece, ha posto un problema serio di democraticità nella maggioranza di governo. Eccola uscire con dichiarazioni decisamente poco lucide che, in una situazione politica stabile e tranquilla, un Sindaco non rilascerebbe mai alla stampa.
Cosa accadrà non possiamo saperlo. La maggioranza, a questo punto, è ridotta a un solo consigliere in più. Potrebbe tranquillamente reggere per i prossimi tre anni, ma sono tante le variabili, prima fra tutte quella del vicesindaco che ha sempre più fame di potere e di spazio per il suo gruppo, con la necessità di trovare un ruolo, finora mai trovato, al fedelissimo Paolo Gaudenzi e che forse ha adocchiato la sedia di Perugini. Poi c’è Beverati che perde la bussola troppo spesso, Basso che denuncia tutta la sua inesperienza, la Strappa che è come non ci fosse ma esegue gli ordini di Ubaldi e tutto il resto che politicamente sposta poco.
Ci sono anche problemi di aggancio con la società civile, lo abbiamo visto, con lo strappo con le associazioni che sembra irricucibile e una distanza con al cittadinanza sempre più evidente.
Tutto questo si traduce in un approccio col governo della città che non è (e forse non è mai stato) sereno e lucido. Questo porta conseguenze anche serie, che già vediamo, nella società paesana. Porta a scelte frettolose, come i giardini di viale Gramsci arredati prima di mettere al sicuro la frana, porta ad atteggiamenti conflittuali. Certo che, si andasse avanti così per i prossimi tre anni, Montegranaro avrebbe buoni motivi per preoccuparsi.

Luca Craia

domenica 29 novembre 2015

La maggioranza sempre più minoritaria



Mentre, a partire da Vicesindaco, i nostri amministratori continuano a comportarsi come se fossero all’opposizione di Gismondi, ancora portando avanti accuse che, se andavano bene per la campagna elettorale, ora sono solo stucchevoli e stantie, la maggioranza continua a perdere pezzi, dimostrando ancora di più quanto sia minoritaria rispetto alla cittadinanza, pur mantenendo la maggioranza, appunto, dei consiglieri comunali.
Con la creazione di un gruppo autonomo di minoranza da parte di Sel si realizza un divorzio che, nei fatti, era già stato celebrato da tempo. Le motivazioni addotte da Sel, poi, aprono la finestra su uno scenario che era sì noto, ma ora è conclamato e mostra quanto chi ci amministra sia diametralmente lontano da quanto dichiarato negli intenti elettorali in fatto di democrazia e partecipazione. Un governo di pochi con tanti personaggi in cerca di autore, in cui le decisioni si prendono in una stanza chiusa al resto del mondo.
A ciò aggiungiamo un Presidente del Consiglio sempre più autonomo nelle sue valutazioni che spesso sono distanti da quelle dell’Amministrazione Comunale e il quadro che abbiamo davanti è di un governo cittadino arroccato sui numeri ma che non rappresenta nessuno. Se da un punto di vista strettamente numerico, infatti, la loro permanenza alla guida di Montegranaro è inoppugnabile, da un punto di vista politico la loro proposta è fallita miseramente, anche se potranno (e lo faranno) governare fino a fine mandato. Con tutte le conseguenze negative che ne conseguono e che già stiamo scoprendo.

Luca Craia

mercoledì 29 luglio 2015

Il silenzio dopo le accuse di Sel. Manovre nel buio o conferma?



È passata quasi una settimana dalla pubblicazione delle ultime accuse, in ordine cronologico, di Sel nei confronti della maggioranza di cui fa parte. Sono accuse pesantissime quelle lanciate prima da Eros Marilungo, poi dal coordinatore Giuseppe Viozzi e infine ancora da Marilungo che ha precisato e rincarato la dose. Sono accuse che, al netto di numeri e politica per addetti ai lavori, parlano di una sostanziale mancanza di confronto, di un decisionismo al vertice (quello che abbiamo sempre sospettato, ricordate la favola dei tre galletti di un anno fa?), dell’assenza di comunicazione, di un rispetto tra colleghi latitante. Praticamente Sel accusa la maggioranza a cui appartiene di mancanza di democrazia.
Non è un’accusa da poco, non è un’accusa alla quale si possa decidere di non rispondere, da non considerare, da lasciar correre tanto non è grave. Invece è grave, e molto, e mi pare ancor più grave il silenzio che ne è seguito. Si, c’è stata la reazione come al solito sguaiata e fuori misura del vicesindaco che, invece di controbattere punto per punto ha preferito correggere (sbagliando) l’ortografia. Ma una voce a confutare quanto affermato da Sel non si è sentita. E da una settimana regna il silenzio più assoluto. Cosa vuol dire?
Se ci capisco qualcosa di politica mi viene da pensare che si stia cercando di ricucire. Potrei sospettare che, zitti zitti, tomi tomi, si stia mediando per evitare che Sel si sganci definitivamente dalla maggioranza e crei quel tanto ventilato e temuto gruppo autonomo che sancirebbe, di fatto, la sua uscita definitiva dallo schieramento che regge Ediana Mancini. Considerando anche gli uomini, questo è possibile. Viozzi, ad esempio, è uomo da trattativa, appartiene alla vecchia cultura della politica fatta anche di compromessi improbabili, di marce indietro inspiegabili, la politica del tutto è possibile. È quindi pensabile che si stia trattando, nonostante il veleno sputato e le cattiverie del vicesindaco che non perde occasione di dimostrare la sua inadeguatezza al ruolo.
Ma un accordo, a questo punto e dopo quanto si è detto, come lo spieghiamo? Con la fede nel progetto? Suvvia, il progetto iniziale, quello sbandierato in campagna elettorale, non è realizzabile né mi pare ci sia la volontà di realizzarlo. È stato già contraddetto, tradito se vogliamo, in più punti. Sarebbe difficile darci a bere la favola del bene comune superiore. Allora, questo silenzio? Forse da parte di Sel si sta zitti semplicemente perché quello che si doveva dire lo si è detto e ora si aspetta una risposta. E questa risposta, finora, non c’è stata. Perché questa risposta deve essere pubblica, la gente, i cittadini, gli elettori, hanno il diritto di sapere, di essere informati. Queste diatribe non sono un teatrino a cui assistiamo d’estate al fresco, sono un dibattito politico importante tra i nostri rappresentanti e dobbiamo essere tenuti al corrente delle evoluzioni. Non si faccia affidamento sulla scarsa memoria perché, per quanto mi riguarda, farò del tutto per tenerla vigile. Ora i Montegranaresi vogliono risposte. Perchè Montegranaro, dopo oltre un anno, non è affatto ripartita e Sel ha iniziato a spiegarcene le ragioni.

Luca Craia