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giovedì 4 agosto 2016

Quello che diceva Perugini sul centro storico nel 2010



Nel lontano (ma non troppo) 2010 fui invitato dai giovani del Pd a partecipare a un dibattito sul centro storico insieme all’allora Sindaco Gastone Gismondi e all’attuale assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Aronne Perugini. Il dibattito si svolse in un bar di Montegranaro, tutto fu registrato e trascritto in una specie di intervista a tre, molto ben fatta, che fu pubblicata sul periodico dei Giovani Democratici “Il Cavillo”. Apro e chiudo una parentesi: dove sono finite tutte quelle belle energie dei giovani nel Pd? Che fine hanno fatto queste iniziative di coinvolgimento e partecipazione?
Comunque, il punto è questo: gustatevi le risposte di Aronne Perugini, che all’epoca era all’opposizione. E poi domandatevi: ma adesso che governa, tutte quelle parole che fine hanno fatto?
Eccovi l’intervista integrale, è lunghetta ma, credetemi, vale la pena. Buon divertimento.

Luca Craia

Conversazione sul centro storico con Luca Craia, Gastone Gismondi e Aronne Perugini - di Edoardo Lelli (VERSIONE INTEGRALE)
27 agosto 2010
La situazione del centro storico, grazie soprattutto all’attività di un gruppo di residenti che ha deciso di far sentire la propria voce, è tornata prepotentemente al centro del dibattito. Per questo motivo lo scorso 21 giugno al Bar Blues noi de Il Cavillo abbiamo deciso di discutere di alcune delle tematiche connesse prendendoci un aperitivo con il Sindaco Gastone Gismondi, il Consigliere di minoranza per “Progetto Veregra” Aronne Perugini e l’esponente del gruppo civico “Città Vecchia” Luca Craia. A tutti loro va un ringraziamento per la disponibilità e la cordialità mostrate.



1.                   1.    Di recente la questione del centro storico di Montegranaro è tornata ad essere oggetto di particolare attenzione, anche se i problemi che affliggono questa parte del paese sono gli stessi da anni ormai. Quali credi siano le tematiche più urgenti che la caratterizzano?

Gastone Gismondi: «Il centro storico ha sicuramente molti problemi, con la condizione di alcune aree che può essere definita addirittura disastrosa. Però va detto che molto è stato fatto dalle amministrazioni che si sono succedute nell’ultimo ventennio, soprattutto in termini di opere pubbliche (da ultimo la torre ascensore, nata appunto per fronteggiare la carenza di posti auto nella zona). Sicuramente molto altro resta da fare, ma da questo punto di vista va sottolineato come da pochi mesi siano partiti i “contratti di quartiere-2”, che hanno
permesso di avviare progetti per quel che riguarda, tra gli altri, la residenzialità privata. Mi rendo conto però che tutto questo non basta, ed è per questo che si sta cercando di attivare altri canali, tra i quali quello che prediligo – anche se porterebbe risultati solo a lunga scadenza – è quello incentrato sui finanziamenti dell’Unione Europea. Questo perché, come tutti sanno, pensare di poter rivoluzionare tutto solo con i soldi del Comune ad oggi è pura follia. Comunque posso dire sin da ora che qualche piccolo intervento verrà effettuato quest’estate. Di più purtroppo non è possibile fare.»
Aronne Perugini: «Quello del centro storico è un problema vecchio per Montegranaro, un problema però per il quale – e il fatto che ci troviamo qui oggi a parlarne ne è la testimonianza – non è stata ancora messa in cantiere una soluzione adeguata. Personalmente, non posso che dirmi fortemente critico sull’operato dei dieci anni di amministrazione Basso sulla tematica, nonostante tutte le battaglie da noi effettuate nel tempo come minoranza. C’è da dire però che nemmeno il cambio di amministrazione ha portato ad una svolta nella politica seguita. Al contrario, tutto è rimasto come prima. Sinceramente, poi, non capisco il Sindaco quando dice che non ci sarebbero i soldi necessari per intervenire; forse sarebbe più opportuno dire che quei soldi – che in passato c’erano – sono stati spesi per altre cose, tra l’altro spesso non nella maniera più adeguata. E mi riferisco in particolare alla costosissima realizzazione della torre ascensore. Al contrario, destinare risorse al miglioramento della condizione del centro storico avrebbe portato vantaggi largamente maggiori per la comunità rispetto a quanto garantito da quell’opera.
Premesso questo, a mio avviso l’attenzione andrebbe concentrata su alcune tipologie particolari di interventi. Innanzitutto iniziare a dare importanza all’ordinaria manutenzione nonché alla pulizia quotidiana dell’area; in secondo luogo un monitoraggio continuo degli immobili fatiscenti, punto però sul quale torneremo più avanti. Vi sono poi interventi di natura più cospicua, che comunque non avrebbero neanche questi un costo astronomico per il Comune. Fermo restando, ovviamente, che un problema complesso come quello del nostro centro storico non può venire risolto dall’oggi al domani»
Luca Craia. «Come è già stato detto, quello del centro storico è un problema antico. È iniziato nei primi anni ’80, quando si è cominciato a costruire altrove e già nei primi anni ’90 con il progressivo spopolamento la situazione dell’area risultava fortemente peggiorata. Da residente del centro storico posso dire senza dubbio che la condizione attuale è veramente molto grave. Quello che va sottolineato è innanzitutto che si percepisce una scarsa conoscenza della questione. Lo dimostra ad esempio - senza voler fare polemiche - la precedente affermazione del Sindaco secondo la quale una soluzione al problema del centro storico sarebbe stata la costruzione della torre ascensore. La torre è stata pensata infatti per risolvere i problemi di un’area particolare del centro, mentre il centro storico gravita da tutt’altra parte. Quindi la torre non risolve assolutamente nulla. Detto questo, il motivo per cui noi di “Città Vecchia” abbiamo invitato la maggioranza e l’opposizione a fare le cosiddette “passeggiate” era proprio quello di aiutarle a prendere coscienza della tematica.
Per quel che riguarda invece la soluzione dei problemi del centro storico, sicuramente quello della mancanza di soldi è un elemento da considerare. Però credo anche che non servano grandissime somme perché la manutenzione non sarebbe costosa. Effettivamente dopo la prima passeggiata col Sindaco sembrava di essere in un altro paese, ma già a distanza di poco tempo la sporcizia è ricomparsa. Questo per dire che già una manutenzione ordinaria programmata e continua permetterebbe di fare un bel passo avanti. Comunque il fatto che il Sindaco dica che si sta mobilitando per attingere a fondi europei è sicuramente positivo; ci vorrà molto tempo ovviamente, ma è chiaro anche che se non si inizia il problema del centro storico non potrà essere risolto. Per questo dico: puntiamo sì su progetti di ampio respiro, ma partiamo dalle piccole cose e facciamolo subito.»


1.                   2.    Da anni viene periodicamente sollevata la questione degli immobili fatiscenti o pericolanti nel centro storico e delle possibili modalità di recupero di queste abitazioni. Al di là dell’elemento puramente estetico, quanto è preoccupante la situazione da questo punto di vista? Come credi si possa affrontare questa problematica?

A.P. «Su questa tematica posso sin da subito sottolineare la pericolosità della situazione, soprattutto in un paio di casi particolari. Tempo fa era già stato effettuato uno studio relativo a questa questione; uno studio che andrebbe ripreso. Detto questo, il problema è che purtroppo, rispetto a quello che si verifica in altri quartieri, investire nel centro storico è più costoso. Per questo motivo sarebbe necessario predisporre degli incentivi (non solamente una tantum e che siano legati ad esempio all’ICI o alla TARSU) che facciano sì che investire in tale area abbia almeno gli stessi costi rispetto ad altre aree. Tutte cose queste che tra l’altro ogni anno noi della minoranza abbiamo chiesto in sede di approvazione del bilancio preventivo. Questo è quello da cui si dovrebbe partire, non essendo pensabile che possano bastare semplici interventi singoli.
Va poi detto che sono già stati fatti una mappatura e delle ordinanze nelle quali sono stati censiti gli immobili fatiscenti; allora quella che andrebbe fatta è una graduatoria sulla base della quale individuare quegli edifici sui quali di volta in volta intervenire. Dopodiché verrebbe fatta eventualmente una diffida al privato ad intervenire. Nel caso in cui quest’ultimo non si attivasse, il Comune stanzierebbe una certa cifra per mettere in sicurezza gli stabili e renderli decorosi; cifra che – se possibile – si recupererebbe in seguito
allo stesso privato proprietario dell’immobile. Certo, mi rendo conto che questo tipo di operazioni porterebbe frutti solo a lungo termine, ma è un dato di fatto che negli ultimi undici anni non è stato fatto pressoché nulla di concreto. E poi vorrei dire al Sindaco che sarebbe il caso che l’amministrazione desse il buon esempio in tal senso, invece di lasciare l’edificio comunale da ben dodici anni in una situazione di lavori in corso. Se è il Comune stesso che non spende soldi per i propri immobili nel centro storico, come si può pretendere che lo faccia un privato?»

L.C. «Anche questo degli stabili dell’area è un problema serio, ma pure qui a mio avviso si potrebbe intervenire senza che il settore pubblico debba per forza fare investimenti esorbitanti. Precisamente, coinvolgendo i privati si potrebbe far sì che il Comune funga unicamente da tramite, inducendo il proprietario di immobili fatiscenti siti nel centro storico a fare gli interventi necessari. L’investimento nel centro storico oggi come oggi è chiaro che è più costoso che in altre aree, ma d’altronde è così dappertutto. La differenza sostanziale è che da noi non si investe perché non vi è praticamente un ritorno economico adeguato. Però è fuori dubbio che l’input iniziale dovrebbe provenire dal settore pubblico; solo dopo ciò si può pensare che anche il privato cominci ad essere interessato ad investire denaro.
Altro elemento su cui soffermarsi è quello legato all’insediamento nell’area di famiglie a basso reddito - anche extracomunitarie. Io comunque considero questo un finto problema; tutto si è infatti risolto da sé col tempo, perché gli extracomunitari ormai si sono sufficientemente integrati, lavorano e nella maggior parte dei casi sono divenuti proprietari delle case in cui vivono. Anzi, posso dire che vivere vicino a loro è come vivere vicino ad un italiano, in certi casi anche meglio. Certo, c’è il rischio che si possano creare dei “ghetti”. Per questo bisogna stare attenti, in particolare quando si procederà alla costruzione delle nuove case popolari negli edifici dell’ex ospedale. Questo perché se venissero commessi degli errori in tale ambito, poi non si potrà più dire che l’obiettivo dell’amministrazione era quello di voler rivitalizzare il centro storico. Sarebbe una contraddizione in termini.
Soffermandoci poi sull’alternativa “abbattere o conservare”, sono dell’avviso che la soluzione migliore stia nel giusto mezzo. Cioè, né conservare tutto né buttare giù tutto
sarebbe più indicato invece effettuare un’analisi punto per punto, zona per zona. Questo mi permette di ricollegarmi alla questione del piano particolareggiato, che è una cosa sicuramente molto importante. Infatti se vogliamo ridar vita ad un centro storico che sia appetibile anche turisticamente il piano – che già c’è ed è anche sostanzialmente ben fatto – va rispettato. Cosa che non sempre avviene oggi.»
G.G. «Tralasciando gli aspetti polemici e concentrandoci invece su quelli costruttivi, parlare del centro storico vuol dire senza dubbio parlare di un problema annoso. Però vi dico subito che rispetto a quella di tanti paesi limitrofi la situazione di bilancio di Montegranaro è migliore. Altri comuni hanno sforato il patto di stabilità e, vista la situazione, sto pensando seriamente anch’io di farlo. Anche perché lo scorso anno sono stato costretto, per rispettare i parametri, a trascurare alcuni aspetti a me cari, non ultimo quello del sociale. Come ha annunciato qualche giorno fa lo stesso vicepresidente della regione Petrini, quest’anno Montegranaro subirà un taglio di bilancio di 80mila euro; cosa che rischia di far saltare tutta la programmazione relativa al sociale. Quindi, dato questo, pensare di poter fare investimenti oggi risulta oggettivamente difficile. Perugini ha ragione a citare la questione del palazzo comunale, il secondo piano del quale è stato recentemente dichiarato inagibile. Allora, Perugini, perché non dite al governatore Spacca di mandare qui i soldi o almeno di presentare un progetto per rendere possibile il completamento dei lavori?
            Comunque, tornando alla questione degli immobili nell’area del centro storico, va detto che recentemente alcune situazioni di degrado sono state sanate. Ebbene, io mi auguro che anche il progetto che verrà realizzato per l’ex ospedale funga da volano per un miglioramento ulteriore della situazione.
Scendendo infine più nel dettaglio degli aspetti legati alla sicurezza, è sicuramente vera la necessità di mettere in campo un controllo a tappeto; va però sottolineato anche il grande sforzo compiuto dalle forze dell’ordine, grazie al quale è stato praticamente debellato il problema del traffico della droga nel centro storico.»
1.                   3.    Quale potrebbe essere a tuo avviso un piano realistico ma anche efficace per ridare vita a quest’importante area? Personalmente ritengo che quello della valorizzazione del patrimonio storico-artistico qui presente (Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, Cripta di Sant’Ugo, ex ospedale) sia un tema fondamentale, soprattutto per far sì che quello che viene a Montegranaro non sia solo un “turismo consumistico” o comunque “mordi e fuggi”. Qual è il tuo punto di vista sulla questione?

L.C. «Posso sicuramente esordire dicendo che quella riguardante l’ex ospedale (insieme alla Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo) costituisce gran parte della problematica che investe il centro storico. Infatti, secondo me, se si riuscisse a migliorare la condizione di questi due edifici l’area potrebbe beneficiare di importanti opportunità anche sotto il profilo commerciale. Una cosa che mi preme dire, però, è che a mio modo di vedere il centro storico di Montegranaro non è affatto brutto; semmai è mal tenuto e presenta notevoli problemi strutturali. Certo, da un punto di vista turistico non si può pensare di poter avere situazioni paragonabili a quelle di centri più blasonati. Però sarebbe il caso di sfruttare meglio quel “patrimonio” costituito dal grande flusso di gente che viene a comprare nei nostri outlet, magari creando un sistema che permetta a queste persone di visitare anche altro. Penso alla sfida rappresentata dal tentativo di favorire l’apertura di esercizi commerciali di un certo tipo all’interno dell’area, quali ad esempio ristorantini caratteristici. Siamo d’accordo, questo sarebbe un passo successivo rispetto a quello di riqualificazione di cui parlavamo prima. Il meccanismo però è sempre lo stesso: andare per gradi, partendo prima dagli interventi più piccoli. Ma comunque partire.»
G.G. «Quella della chiesa è una delle prime tematiche per le quali mi sono attivato tramite l’architetto Rinaldesi, che per conto della Curia ha curato i lavori di ristrutturazione. Sappiamo tutti però che l’errore principale in questo ambito l’ha fatto in passato la regione,
sprecando solo denaro. Ad oggi l’ammontare di soldi necessario per la ristrutturazione è di 650mila euro, metà del quale dovrebbe essere finanziata dalla regione (il condizionale è d’obbligo perché al momento non vi è la necessaria copertura finanziaria) mentre l’altra dovrebbe esser stanziata dall’istituzione ecclesiastica. Per il resto posso dire di essermi speso personalmente per far arrivare il progetto al Ministero dei Beni Culturali, per cercare di ottenere fondi aggiuntivi con i quali portare avanti i lavori. Realisticamente, però, nutro qualche dubbio circa la buona riuscita dello sforzo.
Passando alla questione dell’ex ospedale, in una parte dell’edificio – come molti sanno – verranno ricavati venti nuovi appartamenti (dieci di proprietà comunale e dieci dell’ERAP) mentre nell’altra saranno costruiti degli spazi pubblici polifunzionali. Ebbene, non si può negare a priori che potrebbero esservi rischi di ghettizzazione per quel che riguarda questi nuovi alloggi, per cui bisognerà fare molta attenzione e vigilare adeguatamente. Da questo punto di vista è sicuramente importante aver instaurato un dialogo con il presidente dell’ERAP Franceschetti – tra l’altro persona sempre molto disponibile – circa un tentativo di modifica dei parametri delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari, in modo da scongiurare possibili situazioni “anomale”.
Circa il piano particolareggiato per il centro storico, è vero che siamo partiti da quello preesistente, ma vi abbiamo apportato numerose modifiche perché ci siamo accorti che le ristrutturazioni nell’area non rispettavano fedelmente alcuni parametri validi in altri centri storici. Certo, deve esserci un impegno da parte nostra a migliorare l’efficacia dell’ufficio tecnico nello svolgere il suo compito di controllo circa l’applicazione delle leggi emanate in materia in consiglio comunale. Va poi detto che il vecchio piano particolareggiato definiva gentilizi degli edifici che in realtà non lo erano; infatti nel nostro centro storico sono pochi gli immobili con una valenza artistica particolare. Quei pochi che ci sono, comunque, andranno sicuramente salvaguardati. Però vorrei rendere merito all’ex consigliere Giuseppe Viozzi, il quale aveva ragione quando diceva che sarebbe stato necessario abbattere alcune case fatiscenti che i proprietari non avevano intenzione di recuperare, in modo da creare nuove “piazzette” o comunque spazi fruibili da parte della cittadinanza. Col senno di poi, posso dire
che sarebbe stata un’ottima soluzione.
Concludendo, un'altra cosa che mi sta particolarmente a cuore esporre è come vorremmo impostare parte dello sviluppo del piano di recupero del centro storico. In sostanza, vorremmo dar vita ad un “progetto di idee” – magari in collaborazione con una università della nostra regione – con un premio al vincitore. Un passo importante che a mio parere tutto il consiglio comunale deve avere il coraggio di fare. Certo, realizzare quello di cui parlava Craia nel suo intervento precedente sarebbe bello. Così come sarebbe interessante organizzare dei tour che facciano sì che chi viene a Montegranaro per acquistare calzature sia invogliato a fare un giro turistico all’interno della città. Ritengo che si debba seguire questa via, magari con l’aiuto delle varie associazioni o comitati – quali lo stesso “Città Vecchia” – esistenti. Anche l’apertura di punti di ristorazione all’interno dell’area sarebbe interessante, ma vanno trovate persone che credono in progetti di questo tipo.»
A.P. «Prima di rispondere alla domanda vorrei soffermarmi sulla notizia che ci ha dato il Sindaco riguardo alla parziale inagibilità dell’edificio comunale. Stavamo parlando di come riuscire ad indurre i privati a sanare le situazioni di criticità e pericolosità degli immobili di loro proprietà, anche tramite ordinanze emanate dall’amministrazione. Beh, a questo punto si potrebbe dire che il Sindaco dovrebbe fare un’ordinanza a se stesso, viste le condizioni in cui versa il palazzo comunale. Dispiace dirlo, ma ciò dimostra quanto sia stata carente l’attenzione rivolta negli anni nei confronti della tematica che stiamo analizzando. Se si vuole avere anche solo un minimo di credibilità agli occhi dei privati, l’amministrazione deve assolutamente porre come priorità la ristrutturazione dell’edificio comunale. Né si può dire - come ha fatto il Sindaco - che i soldi dovrebbero arrivare dalla regione, dato che si tratta di un’operazione che era stata prevista ben dodici anni fa. Tanto più che sono stati fatti investimenti e contratti mutui per opere che non avevano nemmeno un centesimo della rilevanza che ha la cosa di cui stiamo parlando ora.
Premesso questo, credo sia chiaro che l’obiettivo debba essere quello di riportare la gente nel centro storico e di rendere quest’ultimo la vetrina di Montegranaro. Noi di
“Progetto Veregra” avevamo messo quest’impegno tra i punti fondamentali del nostro programma elettorale, non essendo tollerabile che quest’importante area sia solo un “dormitorio” o comunque un luogo di residenza. Proprio per questi motivi siamo completamente contrari al progetto che è stato previsto per l’edificio dell’ex ospedale, che crediamo debba essere al centro di un itinerario storico-turistico-commerciale. Un’operazione che contribuirebbe a rendere il centro storico più vivibile e decoroso. Per questo, passi la realizzazione di una decina di alloggi popolari nella parte non storica dell’edificio, ma per quel che riguarda la parte storica andare a fare appartamenti è stato un “delitto urbanistico” che noi non abbiamo mai condiviso. Francamente oggi io non so se sia più possibile tornare indietro, ma è sicuro che l’amministrazione dovrebbe impegnarsi e fare il possibile per trovare una via d’uscita dalla scelta scriteriata che è stata fatta. Magari tramite delle varianti in corso d’opera.
Per quel che riguarda la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, nel nostro programma elettorale dell’anno scorso era stata prevista la possibilità di darle una destinazione pubblica. Anche perché, come abbiamo detto, non sono moltissimi a Montegranaro gli edifici di pregio. Ecco quindi un altro motivo per ragionare – magari a lungo termine – sull’acquisto dalla Curia di questo immobile, dato anche che avremmo bisogno come l’aria di spazi di questo tipo. Io capisco l’esigenza di rispettare vincoli quali quelli previsti dal patto di stabilità, però sarebbe comunque possibile trovare vie per contrarre mutui. È sempre lo stesso problema: è una questione di volontà politiche che implicano scelte su cosa investire e su cosa no. Lo stesso ex Sindaco Basso non l’ha nascosto in passato: da un punto di vista elettorale – disse ad alcune assemblee – conviene investire nelle zone più popolose. Ecco, io dico che è ora che questa logica vada abbandonata, perché il centro storico non è solo di chi ci abita ma di tutta la cittadinanza. E per questo gli va data una dignità.
Inoltre, allargando il discorso ad aspetti più generali della tematica, se noi di “Progetto Veregra” avessimo vinto le elezioni sarebbe stata nostra intenzione riconvertire ed adibire i locali oggi sfitti siti nel centro storico ad uso commerciale, ad esempio dando vita a quello che viene chiamato “centro commerciale diffuso”.»

1.                   4.    Come ultimo punto di questa nostra discussione vorrei lasciare campo libero ad ognuno di voi. Dunque massima liberta, purché l’intervento sia in linea con l’argomento centrale della tavola rotonda.

G.G. «Ritorno un attimo sulle precedenti considerazioni di Perugini per dire che piangere sul latte versato non serve a nulla. E che non mi si venga a dire che in questi anni non è stato fatto nulla. Noi riteniamo opportuni gli investimenti realizzati nel tempo, a partire da quei dieci chilometri di marciapiedi di cui abbiamo dotato il paese, prima sprovvisto. Anche la torre ascensore aveva come obiettivo l’incentivazione della residenzialità nel centro storico tramite la creazione di quei parcheggi che in molti casi non vi erano.
Detto questo, ciò che ci dobbiamo augurare è innanzitutto che l’Italia riesca a risolvere quei problemi di cui gli amministratori ai vari livello stanno oggi soffrendo, soprattutto dal punto di vista finanziario. Certo, ci sono degli enti inutili che vanno aboliti e ciascuno deve fare la sua parte, ma è vero anche – e qui mi rivolgo nuovamente a Perugini – che attualmente non è possibile per nessun paese contrarre mutui. Ricordo poi che né a Montegranaro né in altri comuni limitrofi si sta più costruendo e che quindi non ci sono più entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione, situazione che crea gravi difficoltà per il bilancio. Tutti elementi di cui va tenuto conto per dare una valutazione oggettiva della situazione attuale.
Concludendo, il messaggio che vorrei lanciare alla cittadinanza è quello che vede un’amministrazione comunale che vuole impegnarsi appieno per risolvere un problema come quello del centro storico, molto sentito dai montegranaresi e che da troppo tempo è irrisolto. Cercheremo di affrontarlo in maniera concertata con l’opposizione, sperando così di trovare una soluzione che accontenti tutti.»
A.P. «Purtroppo non mi trovo pienamente d’accordo con il Sindaco, perché non sono sicuro che non sia possibile oggi contrarre nuovi mutui. Anche perché non vorremmo che succedesse quello che si è verificato in passato: cioè che per il centro storico non c’erano soldi, mentre per altre cose i soldi si sono sempre trovati. Poi, ovviamente, alla fine dei cinque anni verificheremo e trarremo le necessarie conclusioni. Quello che è certo è che fino ad oggi la priorità delle ultime amministrazioni non è stata il centro storico, contrariamente a quella che invece è la nostra visione. Poi, se da adesso in avanti le cose prenderanno un’altra piega io non avrò problemi a darvene atto. Detto questo, fa piacere sentire il Sindaco dire che l’amministrazione troverà una soluzione per le problematiche che affliggono il centro storico confrontandosi con l’opposizione. Un impegno che, se verrà rispettato, sarà una vera e propria rivoluzione rispetto al passato. Posso sin da ora manifestare la disponibilità della minoranza in tal senso.
Aprendo poi una piccola parentesi sulla torre ascensore, quello che vorrei dire al Sindaco è che il problema non è tanto quello dell’opera in sé quanto della passerella di 32 metri che avete costruito invece di fare tutto attaccato alla scarpata. Un lavoro che tra l’altro è venuto a costare cinque-sei volte più dei 600mila euro inizialmente preventivati; un costo esorbitante se paragonato agli esempi di paesi quali Monte Urano o Macerata. Soldi che potevano essere investiti in altre opere prioritarie.»
L.C. «Il problema, l’abbiamo ripetuto molte volte, è grosso e serio e non può essere risolto come se si avesse una bacchetta magica. Sono necessari soldi ed investimenti, però partiamo prima dalle cose più piccole e andiamo per gradi. Infatti resta difficile pensare di poter rilanciare il centro storico sia dal punto di vista commerciale che culturale se le strade continuano ad essere lastricate di guano di piccione o se le impalcature che sorreggono le case instabili sono più pericolose degli stessi edifici che proteggono. Il messaggio che vorrei passasse è che la rinascita del centro storico può iniziare domani mattina e senza spendere un soldo. Va dato decoro a quello che già esiste, poi si può passare ad altro.
Vorrei poi proporre al Sindaco di coinvolgere non solo l’opposizione ma anche la cittadinanza in maniera più vasta. Io comunque sono fiducioso, perché questa amministrazione sta dimostrando – a differenza di quello che accadeva in passato – una certa disponibilità ad affrontare queste problematiche. Certo, da qui a dire che abbiamo la soluzione al problema del centro storico in tasca ne passa; però anche oggi un piccolissimo passo è stato fatto. Speriamo che questa sia la volta buona, anche perché se perdiamo l’ennesimo treno temo che non riusciremo più a fare nulla per salvare il nostro centro storico.»