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giovedì 22 ottobre 2015

Banda: tutti fondatori ma nessuno che tiri fuori i soldi



La Banda, ne abbiamo parlato ampiamente in questi giorni, non va avanti senza soldi. I costi sono elevati: ci sono gli insegnanti da pagare, gli strumenti, le divise, le attrezzature. Se si vuole far crescere la Banda bisogna investire e quindi servono ancora più soldi di quelli che sono stati utilizzati fino a oggi: per aprire le porte a nuovi iscritti, cosa indispensabile se si vuole andare avanti, visto il turn over, bisogna assumere nuovi insegnanti o aumentare le ore di lavoro di quelli attuali, quindi costi che si impennano. Questo lo sa bene il Direttivo, lo sa bene in Presidente e lo sanno i genitori che oggi sono l’unico sostentamento economico dell’associazione.
Però, quando c’è da prendersi i meriti, quando c’è da attaccarsi la medaglia al petto, c’è la fila dei fondatori, dei benemeriti, di quelli che, senza di loro, non avevamo fatto niente. Qualcuno ha ragione a pretendere il riconoscimento del proprio impegno, qualcun altro meno. Ha ragione Annalena Matricardi, perché tutto è partito da lei, hanno ragione gli Amici della Musica perché hanno dato una mano, anche se i soldi, detto per inciso, erano dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e giunti in mano all’associazione musicale solo perché non potevano arrivare tramite istituzioni (e comunque, oggi, non da più alcun sostegno economico fatta eccezione per pochi euro racclti in un concerto; Granarium fece di più, ma se lo sono scordati tutti), hanno ragione a pacchi i genitori che sono gli unici che ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
Eppure ogni tanto ne salta fuori uno, che non c’entra niente, ma che si assume paternità che non ha e non può avere. L’ultimo è il Vicesindaco che proprio ieri, sulla pagina Facebook dell’Ape, ha scritto: “peccato che nel 2006 l'assessore alla cultura non era chi hai scritto (Graziano Di Battista – nda) tu bensì il sottoscritto. Puoi tranquillamente chiedere al sempre disponibile maestro Riccobelli chi fu il primo a parlare di creare la Banda musicale con lo stesso ed a vedere come poter avere dei fondi per l'acquisto della strumentazione”. Peccato che, quando fu acquistata la strumentazione, Ubaldi non era più assessore da un pezzo ma, probabilmente, sognava ancora di esserlo e questo spiega molte cose.
Però ora Ubaldi è Vicesindaco. Ora potrebbe davvero aiutare la Banda a sostenersi e a crescere, non fosse altro per l’amicizia personale tra il Presidente della stessa e il Sindaco. E invece che fa? Prima si fa pagare l’affitto della sede (in natura, visto che il Comune non paga le prestazioni della banda) e ora se la cava in extremis con un contributino di 1000 €, mentre distribuisce soldi a pioggia ad associazioni che organizzano eventi a pagamento. Secondo me è davvero un manicomio.

Luca Craia