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martedì 21 aprile 2015

Facebook, Arkèo e la pochezza umana



Darsi da fare per la propria città, farlo convintamente e per questo combattere. Combattere per ottenere risultati, combattere per difendere i risultati ottenuti. Combattere contro l’opportunismo, la cattiveria, l’invidia, la stupidità. Questo è quello che, purtroppo, bisogna fare se si crede in qualcosa. La conseguenza è la malevolenza di tante persone, che sarebbe nulla di fronte alle tante altre persone che, invece, apprezzano ciò che fai (anche se non lo fai per questo), non fosse per gli atti di cattiveria gratuita, meschinità e pochezza morale e intellettuale che troppo spesso bisogna subire.
L’ultimo della serie è la chiusura del profilo Facebook di Arkeo. Sgombriamo il campo: il regolamento di Facebook è chiaro e dice che i profili personali debbono essere, appunto, personali. Quindi aziende, enti, associazioni devono aprire pagine e non profili. Solo che è consuetudine diffusa aprire profili personali anche per associazioni e quant’altro perché risulta molto più facile da gestire. Infatti, se ci fate caso, esistono milioni di profili personali che, invece, non sono di persone. Normalmente Facebook tollera tutto questo sia perché, in realtà, non si fa nulla di male, sia perché andare a controllare, anche al campione, risulterebbe piuttosto complicato e, soprattutto, costoso. Ecco, quindi, che la chiusura di un profilo come il nostro non è certamente venuta da Facebook di sua sponte ma dietro segnalazione di qualcuno.
Ora la pagina di Arkeo è tornata online, trasformata in pagina, appunto, e non più profilo. Nell’operazione sono andate perse le foto, i post, la rassegna stampa, un sacco di documentazione. Dovremo lavorare sodo per rimettere un po’ di roba online e questo grazie alla pochezza di qualcuno.
Ci siamo abituati. Già qualche anno fa un socio uscito dal direttivo in polemica con lo stesso, essendo in possesso della password, era riuscito a impadronirsi della pagina Facebook e solo perche previdenti siamo riusciti a recuperarla. Da quel momento ne abbiamo subite di ogni tipo: dalla cacciata dalla settimana della cultura alla “spiata” alla SIAE per il concerto degli Agrikola (inutile perché era tutto in regola). Ne potrei narrare a pacchi ma non voglio tediarvi. Scrivo tutto questo solo per far capire quanto a volte sia difficile fare quello in cui si crede. Ma noi continueremo a farlo, alla faccia di chi ci vuole così male e, a quanto pare, ne vuole anche a Montegranaro, anche se afferma il contrario.

Luca Craia