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mercoledì 7 ottobre 2015

Chi se lo ricorda Enzo?



Enzo “lo vigliettà” era un personaggio, uno di quei personaggi che incontri nell’adolescenza e te lo porti a spasso nei tuoi ricordi per tutta la vita, con un’immagine nitida e netta che sembra tu non lo veda solo da ieri mentre sono passati decenni. Enzo era un omone corpulento che faceva i biglietti sulla corriera di Cardinali della tratta Fermo-Macerata negli anni 70/80. Ebbene sì, a quell’epoca i biglietti non si facevano a terra ma a bordo, e c’era il bigliettaio da cui comprarli.
Pelato e piuttosto pasciuto, sguisciava atleticamente tra i passeggeri accalcati come sardine in scatola in quella corrieretta blu vecchia di cinquant’anni che ci portava a scuola, per controllare biglietti e abbonamenti. Era un burbero buono, un antipatico puro, di quelli che, alla fine, fanno tutto il giro e diventano simpatici. Implacabile nel marcare e, a volte, placcare chi non rinnovava in tempo l’abbonamento mensile, tutore dell’ordine inflessibile che manteneva a suon di sganascioni e sonore scoppole, era per noi tutti spauracchio e punto di riferimento, persona con cui farsi una sana chiacchierata e severo censore quando ti comportavi male. Una specie di babbo provvisorio con grembiule marroncino. Certo che, oggi, uno che menasse le mani coi ragazzi come faceva Enzo farebbe quantomeno un altro mestiere ma, allora, se ti prendevi un caracca da Enzo, si vede che te la meritavi: te la tenevi e zitto.
Comunista di chiara fede e pugno alzato, maceratese doc, guidava una 850 marroncina (in tinta col suo grembiule liso ma sempre immacolato) dotata di impianto a metano, il che significava che le bombole, data l’assenza, su quella vettura, di un portabagagli che si potesse definire tale, erano poste sui lati del tettuccio. Così noi, tanto per prenderlo un po’ in giro e rischiando uno sganassone, dicevamo che sul tetto aveva i missili nucleari sovietici e che, prima o poi, gli Americani lo avrebbero bombardato.

Luca Craia