lunedì 7 novembre 2022

Montegranaro fu Veregra? La verità è questa.

Un’invenzione delle nostre autorità comunali del 500, ecco la verità sul rapporto tra Montegranaro e Veregra. È questo il sunto di quanto è scaturito dalla conversazione pubblica che ho avuto domenica 6 novembre con lo storico montegranarese Daniele Malvestiti. Malvestiti ha dimostrato, oltre ogni dubbio, che oggi, allo stato attuale delle nostre conoscenze e dei reperti ritrovati, l’origine di Montegranaro è medievale e che quindi Veregra o, meglio, Beregra, se mai sia esistita, sorgeva da un’altra parte, forse addirittura in Abruzzo.

Se le prove della stessa esistenza di questa fantomatica città romana sono piuttosto vaghe e confuse, quelle che sia collocata nel territorio montegranarese mancano del tutto, sia a livello di fonti che a livello di reperti archeologici. Plinio il Vecchio ne parla nel suo Naturalis Historia ma non ne fornisce l’ubicazione, lasciando spazio alla libera interpretazione degli storici successivi. Malvestiti ha affermato che “Plinio elencò le località costiere della V regio romana in rigoroso ordine geografico (Cupra, Castellum Firmanorum, Cluana, Potentia, Numana, Ancona, ecc.). Quando invece si trattò di elencare le città dell'interno, dove si trovava Veregra, Plinio le elencò col nome dei suoi abitanti, ma purtroppo non lo fece come aveva fatto per le citta’ sul mare Adriatico in ordine geografico, ma solo in ordine alfabetico”, e questo pone problemi seri circa la vera ubicazione di Veregra. In ogni caso, non vi è alcuna prova che sia stata nel territorio di Montegranaro.

Ciononostante  le autorità comunali di Montegranaro non si fecero scrupolo di assumere un’origine romana, e lo fecero grazie a un manoscritto del ‘200 che racconta della vita del Beato Ugo. “Circa quarant’anni dopo la sua scomparsa, la vita del Beato fu scritta da Andrea di Giacomo da Fabriano, che poi divenne Priore Generale dei Silvestrini” ha affermato Malvestiti. “Ebbene, secondo le nostre autorità comunali, visto che Sant’Ugo era stato a Montegranaro e dovendo ricordare la popolazione, che l’aveva accolto ed ospitato, nel suddetto manoscritto Andrea di Giacomo definì quella popolazione “incolae Veregrani”, abitanti di Veregra e scrisse “Veregranum” a proposito di quella terra”.

E qui diremmo: ecco la prova! Invece no. Anche qui Malvestiti, venuto in possesso del testo del documento, Vita vel Potius miracula Beati Hugonis monachi Silvestrini, non ha trovato alcun riferimento alla famosa incolae veregrarum sulla quale le autorità comunali avevano basato tutta la teoria delle origini romane di Montegranaro. Quindi, come ha affermato sorridendo il nostro storico, “si erano letteralmente inventati tutto”.

Concludo, visto che potete ascoltare l’intera intervista nel video pubblicato su queste pagine (https://www.laperonza.org/2022/11/la-verita-su-veregra-il-video-integrale.html): dobbiamo metterci l’anima in pace circa l’equazione Montegranaro=Veregra? Direi di sì. Ma non sulle eventuali radici romane non tanto del castello montegranarese, che è con ogni evidenza di origine medievale, ma sulla popolazione e sul territorio che è pensabile sia stato dedicato alla coltivazione dei cereali fin dall’antichità. Lo affermo perché, se possiamo datare quanto meno le note “ecclesiae tres” all’anno 829, possiamo desumere che queste chiese fossero frequentate da una popolazione che ancora non si era incastellata. Quindi il territorio era popolato nell’829 e presumibilmente anche prima. Ecco che, quindi, è molto probabile un’origine romana degli antichi abitanti del territorio montegranarese. Parleremo più in là dei ristrovamenti piceni e del perché, forse, le origine potrebbero essere addirittura più antiche.

 

Luca Craia


 

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