venerdì 28 ottobre 2022

Un anno di opposizione a Montegranaro: l’analisi dei primi 12 mesi della sinistra senza potere.


A dire il vero, la sinistra montegranarese a giocare il ruolo dell’opposizione ha sempre fatto fatica. Voi mi direte che anche a governare non è che brilli, e avreste ragione, ma se con qualche milione in mano riesce a creare qualcosa, giusto o sbagliato che sia, procedendo a casaccio e buttando soldi senza un progetto complessivo, senza il potere rimane smarrita, manifesta la propria povertà di idee e contenuti e si butta a pesce sulla fuffa. Così, mentre il Sindaco Ubaldi celebra il primo anno della sua Amministrazione elencando quanto fatto e quanto iniziato a fare, mi pare doveroso dare un’occhiata anche a quanto fatto dall’opposizione con una breve cronistoria.

Cominciamo con la prima battaglia, già il 22 ottobre dello scorso anno, condotta dalla società Mancini, Perugini & Co: la paternità della soluzione della faccenda Calepio. Grande enfasi e paroloni per stabilire che, se dopo anni di paralisi della situazione si è finalmente giunti a poter riprendere in mano spazi e beni bloccati, il merito è tutto loro. Medaglietta reclamata con grande soddisfazione della popolazione montegranarese che per questo era molto preoccupata.

Pochi giorni dopo altra medaglietta reclamata: quella per la firma dell’accordo per il cicloturismo, la cui paternità viene contestata alla Puggioni da Maria Ercolani. Poco importa se la Puggioni avesse all’epoca le deleghe e la Ercolani agisse in sua vece: la paternità la vuole lei. La cittadinanza tira un sospiro di sollievo.

Passano poche ore e si giunge al primo Consiglio Comunale, dove i nostri lamentano di essere stati trattati male dalla maggioranza. Si capisce fin da subito che la via sarà quella del vittimismo da parte di chi ha la patente per insultare ma non può essere nemmeno criticato.

In questa partenza sprint non poteva mancare l’appello del 30 ottobre 2021, rivolto all’Amministrazione Comunale, ad aderire alla rete READY contro l’omotransfobia che, come si sa, è un autentico flagello a Montegranaro. Al diniego da parte della Maggioranza, consueto fiume di lacrime e recriminazioni contro una maggioranza che, porca paletta, vuole fare come gli pare.

Dopo un mese di letargo parte la polemica contro la chiusura della Guardia Medica a Montegranaro, battaglia per una volta condivisibile ma strumentale contro la Maggioranza che poco può fare. Oltretutto ci si basa su una bugia, ossia che la Guardia Medica viene chiusa mentre viene solo ridotta. Cosa che rimane grave, ma la polemica politica è pretestuosa, mal indirizzata e soprattutto poco veritiera. Si giungerà al Consiglio Comunale dove la Minoranza impedirà di parlare al Direttore dell’Area Vasta (esatto, non lo hanno fatto parlare).

Poco prima di Natale, nuova battaglia contro il Sindaco che non dice tutti i giorni i dati della pandemia. Anche questo, problema tra i più urgenti nel novero di quelli che attanagliano la comunità di Montegranaro.

Chiusura del 2021 col botto: il piano antenne non va bene, andava bene quello prodotto dalla passata amministrazione. Che però non è stato mai prodotto.

Il 10 gennaio la minoranza si prende il merito del centro vaccinale a Montegranaro. Perché a Montegranaro le decisioni le prende l’opposizione. Pochi giorni dopo, la minoranza manda una lettera alle società sportive invitandole a protestare perché l’Amministrazione Comunale non ha istituito una corsia preferenziale per i tesserati nel vaccinarsi. Il sottoscritto viene definito “blogger fazioso” per aver riportato la notizia.

Il 20 gennaio, la Minoranza chiede un Consiglio Comunale aperto per la questione della guardia medica al quale invita anche il Direttore dell’Area Vasta, il dottor Grinta, quello che non avevano voluto far parlare al Consiglio Comunale precedente. Grinta, ovviamente, non ci va. La questione della Guardia Medica non è stata mai risolta, anzi, si è aggravata. Ma ora non interessa più, si è esaurita con questa serie di figuracce.

Il 28 gennaio, l’Amministrazione Comunale annuncia di non voler proseguire con la progettazione della scuola media e di voler utilizzare gli immobili esistenti piuttosto che gettarsi in un investimento partito male, coi conti fatti a casaccio dalla passata amministrazione. Apriti cielo: la maggioranza non sa prendere i finanziamenti, dicono quelli che li prendevano coi progetti disegnati sul tovagliolino del bar. La polemica sulla scuola media andrà avanti per mesi, unico argomento sul tavolo, nel totale disinteresse della gente comune che ha ben altro a cui pensare.

Il 21 marzo, la Premiata Ditta Mancini, Perugini & Co, che quando governava pensava che sotto piazza Mazzini ci fosse un buco nero, si preoccupa della pulizia del centro storico. Se ne preoccupa ora, che comincia a funzionare, su sollecitazione di un ex esponente del Pd che improvvisamente torna a dedicarsi politica. Viene contestato il piano di pulizia, che pure funzionava, viene messo nei guai l’operatore che era incaricato del centro storico, e vengo insultato io, tanto per cambiare. Risultato: operatore rimosso e centro storico tornato sporco come nelle migliori tradizioni.

Arriva in primavera la polemica sull’aumento delle indennità degli amministratori, decisa dal Governo. Segue quella sulla mancata celebrazione del 25 Aprile. Anche qui problemi prioritari molto sentiti dalla cittadinanza.

Recentemente registriamo la battaglia contro la chiusura dell’Informagiovani, che poi è stato semplicemente trasferito, seguita, dopo il meritato riposo estivo protrattosi fino a fine ottobre, da quella sui mancati aiuti ai negozianti, per la quale si voleva che il Comune regalasse qualche spicciolo ai commercianti (agli artigiani no, forse perché sono cattivi) per pagare le bollette, non sapendo che con i quattro spiccioli i commercianti ci pagano un giorno di bollette, piuttosto che investirli in strade e cultura.

E il primo anno si conclude così, tra frizzi e lazzi. Ubaldi, con questa opposizione, può dormire tranquillo. Pure troppo.

 

Luca Craia

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