L'attribuzione del ciclo di affreschi del presbiterio della chiesa di Sant'Ugo di Montegranaro allo stesso autore dei tre strappati e datati 1299 andrebbe forse ripensata o quantomeno approfondita. Ci sono evidenti differenze nel pigmento e nella tonalità della pittura ma, soprattutto, nello stile stesso. E se nei dipinti raffiguranti San Paolo, San Benedetto e Santa Scolastica e il martirio di Santa Barbara troviamo notevoli anticipazioni stilistiche rispetto alla rivoluzione giottesca che verrà di lì a poco, nelle raffigurazioni evangeliche dell'abside abbiamo di fronte una pittura romanica ancora molto agganciata alle connotazioni bizantine. Gli abiti stessi dei personaggi, in particolare dei Magi e della Madonna Annunziata, sembrano riferibili a un'epoca antecedente al XIII secolo a cui gli affreschi si vogliono far risalire.
Ma è lo stile a sembrare decisamente diverso: se il Maestro di Sant'Ugo abbozza piani prospettici ed espressività dei personaggi, anticipando diverse connotazioni stilistiche che ritroveremo in Giotto, nei dipinti evangelici queste peculiarità scompaiono per dare invece maggior spazio all'allegoria pura. In sostanza negli affreschi "strappati" notiamo una volontà di rappresentazione plastica della realtà, in quelli del presbiterio la realtà è totalmente subordinata all'intento catechetico attraverso l'uso dell'allegoria. Da qui il forte sospetto che sia la mano che l'epoca dei dipinti dell'altare siano più antichi, e non di poco, rispetto a quelli ora posti all'ingresso. Uno studio spettroscopico del pigmento aiuterebbe.
Luca Craia
(Foto di Alberto Monti)
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