lunedì 12 settembre 2022

Il ladro di corrente a San Serafino.


Lo hanno visto in molti, forse l'ho scorto pure io, ieri, mentre si allontanava con una candela in mano. Entra quando la chiesa di San Serafino è vuota e, approfittando della solitudine, attacca il caricabatterie a una delle prese poste vicino al confessionale e fa il pieno di corrente. Qualcuno lo ha anche notato mentre telefonava. È un ragazzo di colore, direi giovane, molto disinvolto come se quello che sta facendo fosse la cosa più naturale del mondo. 
Di per sé non è grave, saranno pochi centesimi di corrente che, comunque, paga la Parrocchia che, come è noto, non naviga nell'oro, anzi, tutt'altro. Però è un segnale di come stia declinando il rispetto per il luogo di culto e per quello che rappresenta per chi crede e per la comunità in generale. Siamo nell'epoca in cui c'è gente che si infastidisce perché la domenica mattina suonano le campane e ne disturbano il sonno, c'è gente che c'è l'ha con tutti i preti del mondo così, perché gli piace l'idea di avercela con loro, c'è chi scassina la cassetta delle offerte e chi ruba la corrente. E alla fine, tutto sommato, non si scandalizza nessuno. È la nostra identità di popolo, che si mostra anche nelle nostre tradizioni e nel sentire comune, che se ne sta andando insieme a quella che forse è l'intelligenza collettiva più che il buon senso. 

Luca Craia 

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