giovedì 11 agosto 2022

Movida = degrado e criminalità? Non possiamo accettarlo.


Io credo che uno dei tanti interrogativi che dovremmo porci dopo i terribili fatti capitati a Civitanova sia inerente alla cosiddetta movida. Quello che mi pare spaventoso è che si sta accettando l’equazione secondo la quale se c’è la movida giocoforza c’è lo spaccio e la criminalità. E perché? Perché per far divertire i giovani serve un indotto criminale che procura droga e chissà cos’altro?  

Io non trovo accettabile che per divertirsi debba essere obbligatorio sballarsi, e quando sento rispondermi che dobbiamo lasciare i giovani agli eccessi legati all’età rabbrividisco, perché è come dire arrendersi e non cercare di correggere le storture che inevitabilmente si innescano nella giovane età. Una volta il mondo degli adulti poneva un freno agli errori giovanili col sano conflitto generazionale. Oggi si cerca di evitare il conflitto, forse nell’ansia di rimanere giovani che affligge i genitori, forse nell’incapacità di assumere un ruolo fermo e autorevole essendo questo complesso e faticoso.

Ma non si può accettare come famiglie il concetto secondo il quale se una città è capitale del divertimento debba essere conseguenzialmente invasa da criminali. Non lo possiamo accettare come famiglie e non lo possono accettare men che mai le autorità. C’è qualcosa di malato in questa società ipepermissiva, dove tutto è concesso e dove bisogna accettare ogni cambiamento come se fosse positivo per il fatto stesso che avviene.

Dobbiamo invece recuperare il valore delle istituzioni e delle figure di riferimento, e se queste vengono percepite come conflittuali da parte dei giovani la cosa è fisiologica e fa parte del processo di crescita e di educazione. L’abdicazione della famiglia intesa come primo baluardo della società civile è cominciata con i nostri genitori e ha assunto connotazioni spaventose con la nostra generazione. Fermiamoci prima che sia troppo tardi.

 

Luca Craia

 

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