mercoledì 12 gennaio 2022

Bassetti a Caterpillar AM: i tamponi servono a poco. Aggiornare i vaccini, e rimodulare il computo di positivi e ospedalizzati.


È molto interessante e molto condivisibile la posizione espressa oggi dal professor Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, volto noto nei dibattiti che imperversano in tv da un paio d’anni a proposito di pandemia. Bassetti, intervenuto stamattina nella trasmissione di Radio Rai 2 Caterpillar AM, ha sostanzialmente sostenuto l’inutilità se non la perniciosità dei tamponi. Il tampone, secondo Bassetti, andrebbe effettuato solo su soggetti sintomatici e dietro prescrizione medica, altrimenti il rischio è che di andare inevitabilmente verso un lockdown di fatto con effetti psicologici e sociali devasstanti.

La fotografia data dal sistema attuale, sempre secondo il professore, è falsata in quanto occorrebbe ricalibrare i parametri: per esempio darebbe bene distinguere i positivi sintomatici dai non sintomatici, ma soprattutto occorrerebbe basarsi più sulle ospedalizzazioni che sulle positività. Nella fattispecie, poi, andrebbe analizzata con più dettagli la situazione. Il 40% delle persone ricoverate, infatti, sono senza polmonite e alcuni sono in ospedale per altri motivi diversi dal covid, pur essendo positivi.

“È talmente veloce la diffusione che non è possibile fare tracciamento” ha detto Bassetti, per cui  la via da seguire non è tanto l’immunità di massa che, viste le mutazioni, non sembra raggiungibile, ma la convivenza con un virus che sta diventando endemico, stanti i 300.000 contagi al giorno. Per questo non è scandaloso in futuro aspettarsi una vaccinazione regolare ogni anno, come per una qualsiasi influenza.

Infine Bassetti ha fortemente raccomandato la diffusione di un vaccino modificato in base alle ultime varianti, e l’aggiornamento dell’immuinizzazione andrà logicamente fatto ogni anno, come per l’influenza stagionale. Quello che però rimane importante è completare il ciclo vaccinale iniziato, inoculando la terza dose. I vaccinati con tre dosi, in sostanza, annullano o quasi i rischi di conseguenze gravi nel contrarre la malattia e possono condurre, sempre secondo il professore, una vita che si avvicina a quella normale. Ovviamente con le precauzioni del caso.

 

Luca Craia

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