venerdì 26 novembre 2021

Cambio medico? Solo di persona, alla faccia della pandemia.


Devo cambiare medico di base perché il mio se ne va in pensione, beato lui. Così penso: ci sarà un form online da compilare, siamo nel ventunesimo secolo già da un po’, oggi si può fare praticamente tutto online, magari con l’identità digitale. Invece no, non c’è alcun form online, come se gli ultimi trent’anni siano passati invano, alla faccia della semplificazione.

Allora mi dico: vedo se si può fare telefonicamente; del resto, siamo ancora in pandemia e credo sia logico evitare assembramenti il più possibile. Manco per idea: dopo aver telefonato (credo) a tutti gli uffici dell’Asur di Fermo, con ognuno che mi dava un altro numero da chiamare, dopo 18 minuti di attesa infruttuosa per parlare con l’anagrafe assistiti, una delle tante centraliniste che mi hanno risposto passandomi altri numeri, alla quale ho manifestato il mio stupore, mi dirotta verso un fantomatico ufficio della direzione sanitaria di non so bene cosa, dal quale apprendo che l’unica via per cambiare medico è andare di persona, fare la fila se c’è, firmare a mano e se ti prendi il covid, pace.

Manifesto ancora una volta il mio stupore, anche perché, dico, gli impiegati lavorano in smartworking ma gli utenti fanno la fila: mi sfugge la logica. Siamo nel ventunesimo secolo, abbiamo la carta di identità elettronica, lo spid, l’animadachitammurt e devo fare la fila per cambiare medico. La signorina, gentilmente ma non più di tanto, mi invita a farlo presente a chi prende certe decisioni. Lo farei, se qualcuno mi desse il numero di telefono giusto.

 

Luca Craia

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