mercoledì 7 ottobre 2020

Montegranaro e l’acqua sotterranea. Un problema da risolvere urgentemente, prima che diventi irreversibile.


La parte antica di Montegranaro è cava: come è noto, il centro storico e le aree immediatamente circostanti gravano su ipogei artificiali scavati in epoche successive a partire dal medioevo fino al rinascimento e oltre, addirittura arrivando ai primi del ‘900. La rete ipogea cittadina, un tempo, era interamente collegata e consentiva alle acque reflue di confluire sfociare fuori dall’abitato. Col tempo, causa crolli o interramenti volontari, numerosi ipogei sono stati tombati, causando un’interruzione della continuità degli stessi che molto spesso genera degli allagamenti degli stessi.

Il grande ipogeo sottostante piazza Mazzini, per esempio, attualmente è completamente invaso dall’acqua. A questo problema va aggiunta la sospetta presenza di acque di falda, nonché la possibilità di rotture della rete idrica o fognaria a cui conseguono infiltrazioni più o meno copiose negli stessi ipogei. Il risultato è che moltissimi edifici del centro storico e delle zone limitrofe soffrono di infiltrazioni di acqua che spesse volte causano danni anche ingenti. Il problema è noto da tempo, e si è acuito dopo il terremoto del 2016.


Durante le esplorazioni degli ipogei che ho svolto insieme al Gruppo Speleo del CAI di Fermo guidato da Massimo Spagnoli e ai volontari di Arkeo e Il Labirinto, abbiamo incontrato non poche difficoltà proprio a causa di questi allagamenti, allagamenti che, allo stato attuale, risultano ancora più diffusi. È quindi evidente che il problema sia serio e si stia aggravando.

Che io sappia, in Comune sono arrivate diverse segnalazioni relative ad allagamenti, e pare che l’Ufficio tecnico si stia muovendo, quanto meno per capire il flusso di dette acque, che non pare per nulla chiaro, anche perché interessa non solo il Comune ma anche la società Tennacola che gestisce sia le acque chiare che quelle di scarico.

Servono quindi iniziative molto serie e approfondite per evitare che quello che è adesso un problema diffuso ma ancora risolvibile diventi una situazione irreversibile, come è capitato in altre realtà interessate dalla presenza di ipogei. Auguriamoci che, anche a livello politico, si prendano le opportune decisioni.

 

Luca Craia

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