mercoledì 9 settembre 2020

Il ponte della fuffa mentre le strade vanno in malora.


Il ponte sullo stretto è una costante degli ultimi governi, un indicatore del livello di fuffa che abita la mente di chi decide per conto nostro. Ogni volta che un governo è in difficoltà con la propaganda, tira fuori il ponte sullo stretto di Messina, ognuno con la sua ricetta, nella piena consapevolezza di stare raccontando una fregnaccia. Un ponte ciclabile, è l’ultima trovata con l’eco pneumatico del vuoto mentale di ministri che sanno benissimo che l’Italia ha bisogno di infrastrutture, ma le trovano in queste baggianate.
Le nostre strade sono una catastrofe: stanno diventando tutte impercorribili, tra buche, asfalto liso, assenza o fatiscenza della segnaletica, mancanza o inadeguatezza dei presidi di sicurezza. Nelle Marche facciamo pubblicità (tra l’altro con uno spot orribile) per far venire i turisti e poi li mandiamo al massacro su strade dove manca persino la banchina.  Le autostrade mancano di manutenzione seria, non c’è una programmazione per gli interventi, si creano cantieri senza calcolare il disagio che creano. In più sono inadeguate alla mole del traffico e assolutamente non sicure. Mancano vie di comunicazione fondamentali nel cuore del Paese, i centri produttivi soffrono sempre di più della carenza di infrastrutture viarie e noi parliamo ancora di ponti sullo stretto. Ben venga il ponte sullo stretto, se inserito in un progetto globale di adeguamento della rete viaria nella sua interezza. Altrimenti, come dicevo, è solo fuffa.

Luca Craia