venerdì 21 agosto 2020

Sette candidati per le Marche. La regione plurale su tutto.



Le Marche sono una regione tutto sommato piccola, ma hanno il nome plurale, l’unica regione italiana con questa caratteristica. La sua pluralità non è solo nel nome, ma anche nel territorio e nella cultura, tanto che distinguiamo le Marche Sporche dalle Marche Pulite (sud e nord). Ma le differenze sono tante, a partire dai dialetti, che vanno da qualcosa di molto simile al romagnolo nel Pesarese per un quasi abbruzzese parlato intorno a San Benedetto. In mezzo un sacco di sfumature, tanto che è possibile capire il paese di provenienza di un Marchigiano solo ascoltando l’accento.
Tante differenze non possono che produrre tante idee diverse. E così, ora che si tratta di votare per il rinnovo del governo regionale e del Consiglio che legifererà per i prossimi 5 anni, ci troviamo a scegliere tra ben 7 candidature alla presidenza, più le relative liste che sono ben di più, tanto da poter supporre che ci sono più candidati consiglieri che Marchigiani.
Comunque, i pretendenti alla Presidenza sono 7: si parte dai due contendenti principali, uno dei quali sarà sicuramente il prossimo governatore, Francesco Acquaroli, espressione del centro-destra e altre liste satelliti, e Maurizio Mangialardi, candidato di sinistra targato PD. A loro si aggiungono il candidato del Movimento 5 Stelle, Gianni Mercorelli, Roberto Mancini della lista “Dipende da noi”, Fabio Pasquinelli (Per le Marche) dell’area comunista, Sabrina Banzato per "Vox Italia" e Alessandra Contigiani del fronte sovranista italiano con la lista "Riconquistare l'Italia". Plurali, fantasiosi e forse un po’ troppo divisi, i Marchigiani.

Luca Craia