venerdì 7 agosto 2020

Il caso Civitella del Tronto: arrivano i migranti e si portano il Covid. Quando lo Stato decide di ucciderti l’economia.


Civitella del Tronto è un’incantevole cittadina in provincia di Teramo, a confine con l’Ascolano. È nota per la sua rocca, stupefacente, meravigliosa, talmente bella da far dimenticare quanto sia bello il resto del paese. Ovviamente Civitella del Tronto vive di turismo, anche se il terremoto del 2016 ha arrecato seri danni e ha sostanzialmente bloccato i flussi turistici, aggravando gli effetti negativi del sisma. Si stava riprendendo, Civitella, i turisti cominciavano a tornare e l’economia ricominciava a vivere. Poi è arrivato il Covid e ha fermato tutto di nuovo. Finito il lockdown, in città si pensava di poter gradualmente rialzare la testa. Sbagliato.
Venerdì scorso il Sindaco, Cristina Di Pietro, veniva informato dal Ministero degli Interni che stava arrivando a Civitella del Tronto un contingente di 50 migranti sbarcati in Sicilia e da lì smistati fino alla cittadina abruzzese, per essere ospitati in una struttura privata. Dopo pochi giorni si è scoperto che, dei 50 nuovi ospiti, ben 24 risultano positivi al tampone per il covid. Il danno, come è facile capire, è incommensurabile.
Non si capisce quale sia la coerenza del ragionamento di chi chiude il Paese per tre mesi, si spera per proteggerlo, e poi lo massacra subito dopo con una politica dell’accoglienza dissennata, oserei dire criminale. Non si capisce quale sia la logica che sta dietro a questa impostazione secondo la quale chi arriva in Italia, oltretutto in maniere illegale, debba essere portato in giro per il Paese a distribuire una malattia per difenderci dalla quale abbiamo fatto enormi sacrifici e abbiamo danneggiato noi stessi e la nostra Nazione. Pagherà mai qualcuno per questi crimini contro l’Italia?

Luca Craia