sabato 11 luglio 2020

Per fare turismo occorre tutelare il patrimonio, altrimenti è un esercizio sterile.

Mentre gli amici Vigili del Fuoco Volontari pompavano via l’acqua dalla grotta di SS.Filippo e Giacomo, non essendo utile in alcun modo in quel mentre, sono sceso a Sant’Ugo con l’idea di dare una pulita, cosa che non si faceva da tempo. Pulire Sant’Ugo non è solo fare le pulizie, è anche monitorare la situazione generale e degli affreschi in particolare perché quello che si trova a terra spesso ci parla dello stato di salute della chiesa, che è una struttura delicatissima. Il problema dello spolverio delle pareti lo conosciamo da tempo e lo teniamo sotto controllo con molta attenzione, seguendo le indicazioni forniteci dalla Sovrintendenza.
Così oggi, ramazzando il pavimento, ho potuto constatare come la polvere caduta dalle pareti era piuttosto abbondante. Non allarmante, intentiamoci, abbiamo visto di peggio. Però abbondante. La questione è legata alla variazione del microclima interno alla chiesa, dovuto alla ristrutturazione e alla riapertura della chiesa superiore, quella di SS.Filippo e Giacomo, appunto. Queste variazioni, da un lato hanno seccato le pareti, “abituate” da secoli all’umidità, dall’altro hanno favorito la proliferazione di microrganismi che attaccano il pigmento degli affreschi.
Ora la situazione non sembra essere particolarmente preoccupante, ma lo è a livello  generale. Occorrerebbe proteggere la struttura con una climatizzazione specifica, ma questi impianti sono molto costosi e fuori dalla portata della proprietà. Certo è che, visto l’improvviso interesse, almeno sulla carta, da parte del Comune per la promozione turistica, magari uno sforzo a livello di comunità si potrebbe fare.
Anche perché possiamo promuovere quanto vogliamo ma, attualmente, di strutture realmente fruibili non ce ne sono molte e quelle che lo sono stanno comunque correndo rischi piuttosto seri. Pensare al turismo senza studiare un progetto complessivo di tutela del patrimonio pare decisamente un esercizio sterile.

Luca Craia