lunedì 27 luglio 2020

Lo tesoro de li Monti de Santa Rosa. Un racconto di Stella Franceschetti.


Pubblico un altro racconto della maestra Stella, dopo il gradimento riscontrato, due settimane fa, quando pubblicai “La paura de lo passo de Graziaplena”. Anche questo è tratto da alcuni manoscritti che Stella mi regalò qualche anno fa. Credo che ai Montegranaresi doc, a quelli che l’hanno conosciuta e apprezzata, faccia piacere ritrovarla in queste righe che parlano di noi, della nostra storia e delle nostre radici.
L.C.

Santa Rosa è una delle Contrade in cui è diviso il paese. Tanto tempo fa un contadino che aveva una sua piccola vigna in quella Contrada, nel dissodare il terreno, vive affiorare delle ossa.
Egli pensò che fossero di un qualche animale morto chissà da quanto tempo, ma nel proseguire il lavoro, ne vide affiorare altre e altre ancora: erano ossa umane.
Ne parlò con i vicinati e qualcuno ricordò che i vecchi favoleggiavano di un tesoro nascosto da quelle parti, al tempo in cui paese e campagne venivano razziati da bande di Briganti. Forse c'era stato uno scontro tra chi lo cercava, forse qualcuno faceva la guardia perché nessuno di notte approfittasse per andare a cercarlo e così era stato ucciso, forse tutti quelli che lo avevano cercato, per una qualche maledizione di chi lo aveva sotterrato, erano morti sul posto. Una cosa, però, era certa: la ricerca del tesoro avveniva di notte, in silenzio e da soli.
Qualcuno più coraggioso o più furbo aveva provato a scavare proprio nel punto in cui il contadino aveva trovato i primi resti, ma più scava e più la terra rotolava giù a riempire nuovamente la buca. Non solo, ma giurava di aver udito intorno a se delle presenze, addirittura dei fiati sul collo, dei lamenti che, via via che scavava, si facevano più forti minacciosi come a far capire che nessuno poteva violare quel posto.
La gente cominciò a domandarsi se potevano essere gli spiriti o le anime di quelli che erano morti per la maledizione. Ne parlarono con il prete che andò a benedire il terreno, anzi, sollevò anche il dubbio che potesse trattarsi di un piccolo antico cimitero di campagna, dato che quello del paese era troppo lontano. Nel dubbio ci piantò in mezzo una croce e Marino Stizza, che da quelle parti è nato, ricorda che quando era molto piccolo la croce c'era ancora. Nessuno, da allora, aveva parlato più di quel tesoro.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, però, un gruppo di uomini con carte e mappe, per alcuni giorni trivellò il terreno. Forse cercavano ancora il tesoro? No! Cercavano il metano o addirittura il petrolio. Non trovarono nulla ed il tesoro di Santarosa non si parla più.