sabato 9 maggio 2020

Montegranaro dice (timidamente) no al 5G. Ma è senza piano antenne.


L’Amministrazione Mancini, che regge Montegranaro dall’ormai lontano 2014, ha un rapporto conflittuale con le antenne. Ricordiamo la storia dell’antennone Vodafone di qualche anno fa, prima autorizzato e poi, dopo un mezzo sollevamento popolare, rimandato al mittente, caso in cui abbiamo avuto la netta sensazione che, in piazza Mazzini, non abbiano le idee molto chiare sul da farsi quando si tratta di radiazioni elettromagnetiche. Ricordiamo l’impegno preso, anche qui a seguito di una raccolta firme e di una battaglia in Consiglio Comunale del fu Movimento 5 Stelle montegranarese, ad approvare in tempi brevi il piano antenne che, però, oggi, a distanza di quattro anni, ancora non c’è. Ricordiamo la foresta di antenne che cresce a vista d’occhio sulla cima della torre dell’acquedotto. Ricordiamo, in tempi recenti, la misteriosa apparizione di antenne sulla torre del Campanone, non si sa da chi autorizzate, senza un documento legale che ne attesti l’autorizzazione, senza nessuno che se ne prenda la responsabilità.
Oggi apprendiamo che il Comune di Montegranaro figura nella lista di quei comuni del Fermano che hanno aderito all’appello del Sindaco di Sant’Elpidio a Mare e di quello di Servigliano di schierarsi contro la sperimentazione del 5G sul proprio territorio. È una decisione che condivido in pieno e che plaudo: finchè non sappiamo se il 5G fa male o no, che lo sperimentino in modo da non nuocere potenzialmente alla gente. Però anche qui manca l’atto, non c’è l’ordinanza, almeno non è stata ancora pubblicata. Né c’è alcun comunicato che informi i cittadini della cosa sui social, strumento molto amato dai nostri amministratori. E, soprattutto, come dicevamo, manca il piano antenne, ossia l’espressa volontà politica di regolamentare l’utilizzo delle onde elettromagnetiche sul territorio comunale. Andamento ondivago, poca convinzione, timidezza.

Luca Craia