L’Amministrazione
Mancini, che regge Montegranaro dall’ormai lontano 2014, ha un rapporto
conflittuale con le antenne. Ricordiamo la storia dell’antennone Vodafone di
qualche anno fa, prima autorizzato e poi, dopo un mezzo sollevamento popolare, rimandato
al mittente, caso in cui abbiamo avuto la netta sensazione che, in piazza
Mazzini, non abbiano le idee molto chiare sul da farsi quando si tratta di radiazioni
elettromagnetiche. Ricordiamo l’impegno preso, anche qui a seguito di una
raccolta firme e di una battaglia in Consiglio Comunale del fu Movimento 5
Stelle montegranarese, ad approvare in tempi brevi il piano antenne che, però,
oggi, a distanza di quattro anni, ancora non c’è. Ricordiamo la foresta di
antenne che cresce a vista d’occhio sulla cima della torre dell’acquedotto.
Ricordiamo, in tempi recenti, la misteriosa apparizione di antenne sulla torre
del Campanone, non si sa da chi autorizzate, senza un documento legale che ne
attesti l’autorizzazione, senza nessuno che se ne prenda la responsabilità.
Oggi apprendiamo
che il Comune di Montegranaro figura nella lista di quei comuni del Fermano che
hanno aderito all’appello del Sindaco di Sant’Elpidio a Mare e di quello di
Servigliano di schierarsi contro la sperimentazione del 5G sul proprio
territorio. È una decisione che condivido in pieno e che plaudo: finchè non
sappiamo se il 5G fa male o no, che lo sperimentino in modo da non nuocere
potenzialmente alla gente. Però anche qui manca l’atto, non c’è l’ordinanza,
almeno non è stata ancora pubblicata. Né c’è alcun comunicato che informi i
cittadini della cosa sui social, strumento molto amato dai nostri
amministratori. E, soprattutto, come dicevamo, manca il piano antenne, ossia l’espressa
volontà politica di regolamentare l’utilizzo delle onde elettromagnetiche sul
territorio comunale. Andamento ondivago, poca convinzione, timidezza.
Luca
Craia