sabato 18 aprile 2020

Montegranaro: arrivano le mascherine del Comune. Sono monouso. Non era meglio destinare gli sforzi diversamente?


I volontari della Protezione Civile, con grande impegno e mettendosi a rischio contagio, stanno consegnando porta a porta le mascherine che il Comune di Montegranaro ha assegnato alla popolazione. Si tratta di mascherine monouso, alcune di tipo chirurgico, altre di qualità decisamente più bassa, e a ogni famiglia spettano una o due mascherine, non si sa bene secondo quale criterio. Infatti a famiglie di quattro persone, in alcuni casi sono arrivate due mascherine, in altri una soltanto.
Ora, io sono ben conscio di tirarmi addosso un sacco di critiche, perché oggi allontanarsi dal pensiero unico è pericoloso, e il pensiero unico prevede che, in un momento di emergenza come questo, non si possa dissentire da scelte ritenute sbagliate. Ma io mi sento di dissentire da questa scelta, che reputo sbagliata e che mi dà la netta impressione che sia pura propaganda e niente più.
Lo sbaglio è semplice da spiegare: una mascherina monouso, per definizione, la puoi usare una volta sola. Per cui, questo sforzo economico e organizzativo, che mette in campo i volontari della Protezione Civile coi rischi che ne conseguono, non è commisurato al risultato. Il risultato è che, a ogni famiglia, arrivano una o due mascherine che possono essere utilizzate una sola volta. Cosa risolvono, queste mascherine? Quanto sono costate, economicamente e in termini umani? Lo sforzo non è commisurato al risultato.
E non può valere il solito concetto del “piuttosto che niente è meglio piuttosto” perché, in questo caso, sarebbe stato meglio niente. Mi spiego: questo investimento fatto dal Comune, non poteva essere diretto a qualcosa di più concreto, per esempio ad abbassare la tassa sull’immondizia alle attività che sono rimaste chiuse per un lungo periodo perdendo una cospicua parte di fatturato? E le mascherine donate al Comune, non potevano essere destinate in blocco agli operatori o alla Caritas, come hanno fatto a Monte Urano, o alla Croce Gialla, che ne avranno bisogno ancora per molto tempo?
Purtroppo, registro la solita massa di tifosi che tacitano ogni tipo di critica sui social. In Italia non si può più dissentire, quando il dissenso, in  un Paese civile ed evoluto, dovrebbe essere uno strumento di miglioramento e di crescita. Invece da noi vige il pensiero unico e discostarsene equivale a essere tacciati di disfattismo se non di antipatriottismo. E questo mi preoccupa, perché sta diventando una sorta di limitazione delle libertà di pensiero e di espressione che, dopo la soppressione della libertà di movimento e la sostanziale repressione del ruolo istituzionale del Parlamento, è rimasta l’unico spiraglio di democrazia. Da qui alle purghe il passo potrebbe essere breve.


Luca Craia