giovedì 9 aprile 2020

Elezioni regionali rimandate. Si riaprono i giochi, a tutti livelli?


Con l’epidemia è slittato tutto in avanti, a partire dalle nostre vite che, al momento sospese, si spera riprendano quanto prima in un graduale ritorno alla normalità. Ma, insieme a esse, è slittato un po’ tutto, il lavoro per primo, per proseguire con le varie attività umane, come la politica. Come si sa, le elezioni regionali che si sarebbero dovute tenere a giorni, sono state rimandate al prossimo autunno. E, in questo modo, determinate certezze che parevano assunte, oggi traballano.
Il Pd aveva fatto fuori Ceriscioli. Per dirla tutta, Ceriscioli si era fatto fuori da solo, partendo dalla gestione del terremoto per finire con la sanità passando per tanti segnali di un quinquennio amministrativo disastroso. Ma con l’epidemia e, soprattutto, grazie all’impennata di orgoglio che l’ha fatto contrapporre, probabilmente suo malgrado, all’incredibile atteggiamento del Presidente del Consiglio e alle sue ripicchette da comare, Luchino il Taglianastri ha incredibilmente riguadagnato punti e oggi, senza bisogno di sondaggi, mi pare che abbia riacquistato un certo credito nell’elettorato. Lui però si schernisce, si dice non interessato, ha già abdicato per Mangialardi, vuole tornare a fare il professore, tra derivate e integrali. Ma, secondo me, un po’ ancora ci crede e non a torto.
Anche certe posizioni di vantaggio non sembrano più così cementate. La destra, che aveva grandi possibilità di vittoria, oggi sembra meno sicura. Certi atteggiamenti di Salvini, che non perde occasione per sparare stupidaggini a caso, ma anche l’evidente scarso appeal con l’alleato principale, quel Fratelli d’Italia che ha praticamente imposto il candidato senza mai ricevere il pieno assenso del partner, non giocano a favore. Metti anche alcune decisioni poco comprensibili, come quella di correre da soli a Fermo, e il quadro non è più così definito come un paio di mesi fa.
Il discorso vale su tutti i livelli: regione e comuni, dove i rapporti tra alleati, in questo momento particolare, possono scricchiolare, oppure dove questa o quella forza possono guadagnare maggiore consenso approfittando di una mutata sensibilità dell’elettorato. Del resto, basta guardare la gara a farsi le foto con la mascherina da parte di Sindaci che non sarebbero neanche interessati dalle elezioni ma, ovviamente, non si sa mai. La campagna elettorale non finisce mai, e anche il coronavirus, la solidarietà, gli aiuti alle famiglie in difficoltà diventano occasione di propaganda, anche quando non servirebbe ma potrebbe sempre servire. Del resto, si vota a ottobre, si fa in tempo a fare tante cose.


Luca Craia