lunedì 2 marzo 2020

Zitti zitti, approvano il decreto intercettazioni. Lo Stato può spiare il nostro telefonino. Ora è legale.


Pezzetti li libertà che se ne vanno, altri pezzetti, anzi, pezzoni di democrazia che vengono frantumati e gettati nella pattumiera: l’opera incessante della politica recente, e dell’attuale governo in particolare, per toglierci diritti democratici a poco a poco. Dopo il tentativo di Renzi andato a vuoto di strappare pagine di Costituzione eliminando il Senato e quello che probabilmente andrà in porto dopo il 29 marzo, riducendo la rappresentatività democratica, arriva la lunga mano dello Stato a farsi i fatti nostri su telefoni, tablet e computer. Nel caos e nel panico del coronavirus, è stato approvato, con l’ausilio della fiducia, il 28 febbraio il cosiddetto “decreto intercettazioni”.
Che roba è? Si tratta di una nuova legge, voluta fortemente da Movimento 5 Stelle e PD, che consente allo Stato di intercettare i dispositivi di comunicazione dei cittadini, come telefono, tablet e computer, per utilizzarli in indagini di qualsiasi genere. A decidere chi e perché intercettare sarà il magistrato, che potrà utilizzare addirittura dei trojan da infilare con l’inganno nel vostro dispositivo. Un trojan, per chi non lo sapesse, è un virus informatico che si installa nel vostro computer o telefono che sia e raccoglie dati, inviandoli a chi ce lo ha messo. Attualmente lo usano, in maniera illegale, aziende e servizi segreti. Ora diventa legale e lo usa lo Stato. Uno Stato sempre più amichevole coi cittadini.
Voi mi direte: se non fai nulla di male non hai niente da temere. Vero, ma qui si tratta di una violazione pesantissima del diritto alla riservatezza. Lo Stato, in questo modo, può sapere tutto, ma proprio tutto di noi, e utilizzarlo non solo per scopi di indagine, ma chissà in quale altro modo. Per capirsi, visto che ci piacciono i paragoni, nelle democrazie moderne questo strumento non esiste, siamo i primi e, per il momento, gli unici a utilizzarlo. Lo usano Stati non propriamente democratici. E questo dice tutto. Lo Stato potrà leggere quello che scrivete in privato a un amico, a vostra moglie, al vostro amante, al commercialista, potrà ascoltare le vostre conversazioni, controllare se andate e vedere i film porno o se vi piacciono le ricette di cucina col colesterolo. Lo Stato, praticamente, può farsi una scheda di voi e di tutto quello che fate, anche roba legalissima, ma che può sempre tornare utile. A me, tutto questo, inquieta molto. E preoccupa.

Luca Craia