Pezzetti li
libertà che se ne vanno, altri pezzetti, anzi, pezzoni di democrazia che
vengono frantumati e gettati nella pattumiera: l’opera incessante della
politica recente, e dell’attuale governo in particolare, per toglierci diritti
democratici a poco a poco. Dopo il tentativo di Renzi andato a vuoto di
strappare pagine di Costituzione eliminando il Senato e quello che
probabilmente andrà in porto dopo il 29 marzo, riducendo la rappresentatività
democratica, arriva la lunga mano dello Stato a farsi i fatti nostri su
telefoni, tablet e computer. Nel caos e nel panico del coronavirus, è stato approvato,
con l’ausilio della fiducia, il 28 febbraio il cosiddetto “decreto
intercettazioni”.
Che roba è? Si
tratta di una nuova legge, voluta fortemente da Movimento 5 Stelle e PD, che
consente allo Stato di intercettare i dispositivi di comunicazione dei cittadini,
come telefono, tablet e computer, per utilizzarli in indagini di qualsiasi genere.
A decidere chi e perché intercettare sarà il magistrato, che potrà utilizzare
addirittura dei trojan da infilare con l’inganno nel vostro dispositivo. Un
trojan, per chi non lo sapesse, è un virus informatico che si installa nel
vostro computer o telefono che sia e raccoglie dati, inviandoli a chi ce lo ha
messo. Attualmente lo usano, in maniera illegale, aziende e servizi segreti.
Ora diventa legale e lo usa lo Stato. Uno Stato sempre più amichevole coi
cittadini.
Voi mi direte: se
non fai nulla di male non hai niente da temere. Vero, ma qui si tratta di una
violazione pesantissima del diritto alla riservatezza. Lo Stato, in questo
modo, può sapere tutto, ma proprio tutto di noi, e utilizzarlo non solo per
scopi di indagine, ma chissà in quale altro modo. Per capirsi, visto che ci piacciono
i paragoni, nelle democrazie moderne questo strumento non esiste, siamo i primi
e, per il momento, gli unici a utilizzarlo. Lo usano Stati non propriamente
democratici. E questo dice tutto. Lo Stato potrà leggere quello che scrivete in
privato a un amico, a vostra moglie, al vostro amante, al commercialista, potrà
ascoltare le vostre conversazioni, controllare se andate e vedere i film porno
o se vi piacciono le ricette di cucina col colesterolo. Lo Stato, praticamente,
può farsi una scheda di voi e di tutto quello che fate, anche roba legalissima,
ma che può sempre tornare utile. A me, tutto questo, inquieta molto. E
preoccupa.
Luca
Craia