venerdì 24 gennaio 2020

È il d-day della Proloco. Ma la partenza è in salita.


Il giorno dell’assemblea pubblica è arrivato. Questa sera Sauro Basso presenterà ai cittadini e alle associazioni di Montegranaro il suo progetto di Proloco. Una proloco che dovrebbe nascere sulla base del Comitato Festeggiamenti San Serafino, per iniziativa del suo neoeletto Presidente, Basso, appunto, ma che già, prima di nascere, sta incontrando le rimostranze del direttivo della vecchia proloco, almeno così riferisce Marisa Colibazzi su Il Resto del Carlino di oggi. E, se lo dice la Colibazzi, di solito è vero.
In realtà l’ultima Proloco montegranarese non si è mai sciolta, che io sappia, per cui le eccezioni in questo senso sono motivate: un nuovo direttivo, o una nuova Proloco che sia, non dovrebbe poter prescindere dal precedente e ogni iniziativa, anche l’input per ripartire da zero, dovrebbe partire da Iacopo Gentili e i suoi consiglieri, come fu fatto anche nel momento in cui lo stesso Gentili prese in mano la Proloco, circa sette anni or sono. Una modalità diversa rischia di generare motivi per un mancato riconoscimento del nuovo organismo che, seppur venisse ufficialmente accettato dalle istituzioni, potrebbe non esserlo dalle varie associazioni che compongono il panorama culturale, sportivo e di volontariato montegranarese. E non sarebbe un handicap da poco.
Poi c’è il rischio di ingerenza da parte della politica, rischio piuttosto palese, visto che già pare certa la presenza di rappresentanti dell’Amministrazione Comunale all’assemblea di stasera. Una presenza inopportuna, perché la Proloco dovrebbe essere al di fuori di ogni logica politica e la politica dovrebbe solo sostenerla dall’esterno. Ma, posto il noto protagonismo dei politici nostrani, specie quelli di maggioranza, sarebbe quantomeno opportuna una loro presenza silenziosa, da osservazione.
Come si vede, e come si sa, creare una Proloco a Montegranaro non è facile e, qualora ci si riuscisse, cosa non certa, non sarà parimenti facile mantenerla in vita. Ne sanno qualcosa gli ultimi che ci hanno provato, che erano partiti bene ma si sono fatti fagocitare dalla politica, sparendo nel nulla. A Montegranaro non c’è una vera necessità di una proloco: il mondo associativo è vasto e attivissimo, e il comparto culturale cittadino ha il suo valore proprio in virtù di questo universo di persone che si danno un gran da fare, che mettono idee, fatica e sacrifici sul piatto della comunità cittadina. È logico che le associazioni accettino mal volentieri un controllo imposto, e che ogni tipo di coordinamento non possa arrivare dall’alto ma debba essere accettato e condiviso. E, soprattutto, non può avere bandiere.

Luca Craia