venerdì 22 novembre 2019

Di Maio: correremo da soli. Ennesima batosta per un leader che non è leader di niente.


Non gliene passa una, al povero Gigetto Di Maio. Ogni volta che fa una proposta ai suoi, arriva quel cavolo di Rousseau e gliela smonta. Stavolta Gigetto aveva pensato bene di evitarsi l’ennesima figura barbina elettorale non partecipando alle prossime due tornate amministrative. Non era un’idea stupida, era solo un po’ infantile, ma poteva funzionare. In sostanza Gigetto, con la scusa di preparare gli “stati generali”, concetto che richiama situazioni antiche che hanno portato al distacco di molte teste dai rispettivi corpi, svicolava dalla prossima inevitabile disfatta e manteneva in qualche modo il suo peso politico nei confronti di uno straripante PD che, dimentico di aver negato la valenza delle elezioni intermedie a livello politico e di aver sempre dichiarato che contano solo i numeri in Parlamento, comincia a fare la voce grossa a seguito del vantaggio elettorale guadagnato sull’alleato grillino in Umbria. Ma gli ha detto male anche stavolta, a Gigetto, e deve di nuovo sottostare alla volontà politica di quattro scalmanati che hanno votato sulla piattaforma privata di Casaleggio e annunciare urbi et orbi che il Movimento parteciperà alle prossime elezioni e correrà da solo. A parte il suicidio politico a cui il M5S va incontro, da tutta questa grottesca vicenda si evince (ma non ce n’era bisogno) che Di Maio è il leader di niente. Fa un po’ tristezza…

Luca Craia