sabato 7 settembre 2019

Riciclo, arte e un modo alternativo e costruttivo per impegnare il tempo dei bambini. E ridare vita al centro.


Montegiorgio soffre dello stesso male che affligge quasi tutti i paesini dell’entroterra. Il suo centro storico è vuoto, morente se non addirittura morto. Poche attività commerciali e nessuna attrattiva per i giovani che, anche per il minimo svago, troppo spesso sono costretti a muoversi verso i centri più grandi. Il pensiero di questo bel paese deserto e desertificato ha stimolato un bel progetto che, da un lato, fornisce ai giovanissimi un modo costruttivo e creativo di impiegare il proprio tempo, impegnando creatività, fantasia, manualità e lasciando indietro, almeno per qualche ora, il mondo digitale che ci sta tutti fagocitando; dall’altro lato inserisce in un contesto grigio e silenzioso un elemento colorato, allegro e vivace.
Si chiama Era Ora ed è un centro aggregativo per i bambini di Montegiorgio, nato dall’impegno di volontari e sostenuto nelle spese di affitto del locale, dalla parrocchia. Era stato chiesto anche l’appoggio del Comune ma la risposta è stata negativa, va a capire perché. Hanno tirato su una delle tante serrande dei negozi chiusi del centro e hanno fatto diventare quel locale vuoto un luogo dove i ragazzi creano, riciclando materiali usati, imparando il rispetto per l’ambiente, a sviluppare la creatività e, soprattutto, a socializzare nel senso vero del termine, senza social, senza artifizi. E, in quelle ore in cui i bambini operano in quel locale, il centro di Montegiorgio torna vivo. Una bella iniziativa che vi ho voluto raccontare anche nella speranza che a qualcuno venga voglia di imitarla.

Luca Craia