mercoledì 25 settembre 2019

Le anomalie di Greta


Greta ha ragione ma perderà. Ha ragione perché è innegabile che sia in atto un mutamento climatico importante e che il contributo che l’uomo sta apportando a esso sembri essere determinante ma, anche qualora non vi siano le prove scientifiche dell’incidenza delle attività umane sul clima, come parte del mondo scientifico pare dichiarare, dovrebbe comunque bastarci il dubbio per fermare o, quanto meno, frenare le forme di inquinamento ancora in atto. Il messaggio di Greta è condivisibile nel suo significato più intrinseco, ossia che bisogna intervenire con estrema urgenza per evitare di innescare processi irreversibili dalle conseguenze disastrose. E su questo, credo, dovremmo essere tutti d’accordo e chi non lo è, o è un marziano o non ragiona.
Ma Greta perderà, e perderà perché parla dalla parte sbagliata del cancello. Greta si rivolge a un’umanità in Panda Euro zero virgola e gli dice che non deve inquinare, ma lo fa dallo yacht di Casiraghi. Greta parla a persone che, spesso, non possono permettersi una macchina meno inquinante o uno stile di vita meno impattante con l’ambiente, non per una scelta o per un’educazione sbagliata, bensì per problemi economici. Greta fa il broncio davanti all’assemblea dell’ONU ma appartiene allo stesso mondo dei delegati, un mondo che non conosce e, probabilmente, mai conoscerà quanto sia difficile mettere insieme il pranzo con la cena alla maggioranza di quelli che inquinano, che non possono efficientare la loro casa per energia e riscaldamento perché la casa non ce l’hanno o, se ce l’hanno, fanno fatica già soltanto a pagare le tasse che ci sono sopra. Greta si rivolge a un’industria che non punta all’innalzamento della qualità dell’offerta ma soltanto all’abbattimento dei costi perché la propria clientela deve risparmiare, prima ancora che non inquinare. Tutto questo, Greta, non lo sa.
E non lo sanno gli studenti che manifestano seguendo il suo esempio. Dobbiamo essere grati a questi studenti, perché ancora hanno degli ideali, degli obiettivi in un mondo che gli obiettivi te li distrugge nella culla. Ma anche loro, a un certo punto, capiranno che il messaggio di Greta ha un limite, e il limite sta in quella vecchia Panda Euro zero virgola che gli toccherà guidare appena patentati perché non possono permettersi la Toyota elettrica.
C’è una cosa positiva, in tutto questo, almeno potenzialmente, e risiede nel messaggio. Ma sarà positiva solo quando il messaggio riuscirà, se mai sarà possibile, a scindersi dal personaggio e diventare universale, assimilato da tutti, concepito da ognuno. Il limite perché questo accada è proprio Greta, e il suo stare dalla parte sbagliata del cancello. Ed è un peccato.

Luca Craia