lunedì 30 settembre 2019

Il centro storico è un bene comune. Chi non lo capisce rompe la comunità.


Sarà che, per indole, sono portato a solidarizzare, a farmi carico dei problemi degli altri, a considerare il problema di una persona della mia comunità un mio problema. E questo non è che mi abbia portato molto bene, si sa. Ed è probabilmente anche per questo, oltre che, naturalmente, per il fatto che il problema di cui sto parlando è anche mio in maniera diretta, che ho un autentico moto di rabbia quando leggo commenti ai miei post e articoli sul centro storico, di gente che, vivendo in altre zone del paese, ritiene che, quando i residenti del paese antico lamentano sporcizia e degradi, la colpa sia loro e del fatto che non puliscono.
Certo, la prima cosa che ti viene in mente, è che è facile parlare dalla poltrona di casa e che questa gente esprime giudizi di merito su una questione che evidentemente ignora. Ignorano, per esempio, che i residenti del centro storico puliscono sì, davanti la loro abitazione, anche se poi, a esser pignoli, pagando le tasse questo servizio dovrebbe essere fornito dal Comune; ma non possono, i residenti del centro storico, pulirsi tutto un quartiere costellato da abitazioni abbandonate, abitate da animali che sporcano e producono rischi per la salute. Ignorano che, i residenti del centro storico, non possono fare nulla contro il proliferare dei piccioni, dei ratti, contro i pezzi di rudere che ti cascano in testa quando tira vento; non possono fare nulla per il degrado sociale, per i delinquenti che trovano facile dimora tra le case abbandonate, per i vicoli scuri e difficili da controllare. Questo, chi non conosce il problema, non lo sa ed equipara la situazione che denuncio io come altri residenti a quella intorno a casa propria, in quartieri nuovi dove ci saranno sicuramente problemi, ma molto diversi.
Ma quello che, secondo me, rappresenta un segnale grave è la mancanza di quello di cui parlavo nell’incipit, ossia la solidarietà tra cittadini, l’empatia che dovrebbe esserci tra i componenti di una stessa comunità. Il fatto che alcuni, anziché cercare di capire il problema e magari adoperarsi a loro volta per risolverlo, accusano il proprio concittadino in difficoltà di non fare il proprio dovere civico e di pretendere dalla comunità stessa cose che non dovrebbe, denuncia una frammentazione preoccupante dello stesso sistema-paese, della struttura sociale stessa della comunità.
Il centro storico è un bene di tutto il paese, lo dico da decenni. Il suo decadimento, il suo degrado non è un problema che investe soltanto chi ci vive, ma è una grave questione per tutta la comunità che vede morire le proprie radici, il proprio luogo di nascita, il proprio cuore. Il centro storico di un paese è il luogo dove la comunità si riunisce e dove accoglie chi viene a visitarla. Facendo un paragone tra comunità e famiglia, il centro storico è il salotto buono, la stanza più bella di casa, il luogo dove risiedono i ricordi, i cimeli, le testimonianze familiari. Se una famiglia non sente il bisogno di tutelare ed avere cura di questo, è una famiglia che sta spaccandosi, che sta morendo. Ed è quello che temo stia accadendo a Montegranaro.

Luca Craia