martedì 24 settembre 2019

Comitati contro il Coordinamento. Sempre più divisi per ottenere il nulla.


Non in nostro nome. Un messaggio chiaro e inequivocabile, quello diramato da numerosi comitati di terremotati, almeno una decina, per dissociarsi dal "Coordinamento Comitati Terremoto Centro Italia" che, ieri, ha promosso un nuovo incontro-dibattito presso i Cappuccini di Ascoli, ponendosi in rappresentanza di oltre 100 comitati. Quelli che si dissociano, oltre a dichiarare di non essere rappresentati dal Coordinamento, chiedono quali siano in effetti i comitati rappresentati e i nomi dei membri del Coordinamento stesso.
In effetti non è mai stato chiaro chi rappresentasse chi in questo guazzabuglio di comitati, coordinamenti e portavoce vari. Quello che è certo, e che appare in tutta la sua drammaticità da questa vicenda, è che i terremotati sono estremamente divisi e, in tre anni e passa dal terremoto, non si è riusciti a creare una rappresentanza unitaria tramite la quale far sentire alle istituzioni una voce unica, forte della rappresentatività di tutti i terremotati. Ci si è divisi fin da subito in mille gruppi, tra interessi politici, economici, di campanile e ambizioni personali.
I comitati sono tanti, troppi in relazione al numero dei terremotati stessi, con troppi sedicenti portavoce, troppi profeti autoproclamati "voci dei terremotati", molti in buona fede ma anche molti alla ricerca di un ritorno di qualche tipo. Il risultato è che, in tre anni, sono cambiati governi, maggioranze e uomini ai vertici delle istituzioni ma la sostanza è rimasta la stessa: tutto fermo.

Luca Craia