giovedì 6 giugno 2019

Radio Radicale chiude senza finanziamenti pubblici. Dov’è lo scandalo?


Dimezza il finanziamento pubblico a Radio Radicale e Radio Radicale chiude. Spieghiamo cosa sta accadendo: Radio Radicale ha una convenzione con lo Stato italiano tramite la quale, a fronte della trasmissione delle sedute del Parlamento, percepisce attualmente 10.000.000 di Euro l’anno. Con il maxiemendamento alla finanziaria, il Governo andrà a ridurre l’appannaggio dell’emittente a 5.000.000. La metà. Inoltre, sempre a seguito del maxiemendamento, sparirà entro il 2020 anche l’introito aggiuntivo di 4.000.000 di Euro che lo Stato eroga alle emittenti private che svolgono servizio di diffusione di informazioni “su avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o letterari per non meno di nove ore comprese tra le ore sette e le ore venti”, di cui Radio Radicale è l’unica realtà radiofonica italiana nazionale a godere.
La potenziale chiusura di Radio Radicale sta diventando, a sinistra, uno scandalo e un ennesimo motivo per attaccare il Governo. Effettivamente Radio Radicale svolge un ruolo importante nel campo dell’informazione politica. È anche vero, però, che si tratta di un soggetto non pubblico, etichettato politicamente e, proprio per questo, possibile diffusore di un’informazione “mediata” dalla propria ideologia o dal proprio tornaconto politico. Non esiste, infatti, alcuna garanzia di equidistanza nella scelta del palinsesto della radio. Quindi perché lo Stato dovrebbe spendere 14.000.000 di Euro l’anno per sovvenzionare un servizio svolto da un privato, quando ha tutti i mezzi per svolgere lo stesso servizio direttamente e con maggiori garanzie di obiettività? Perché il cittadino italiano dovrebbe pagare con le proprie tasse un mass media gestito da un partito e non dallo Stato stesso?
Il servizio svolto da Radio Radicale potrebbe essere gestito da uno dei canali Rai, coadiuvato dalle nuove potenzialità del web tra streaming e diffusione di video (vedi Youtube). Non sono in grado di dire se questo possa costituire un risparmio economico, ma almeno la gestione sarebbe diretta da parte dello Stato e non affidata a un partito politico preciso che, ovviamente, ha la sua idea e la difende anche nella diffusione delle informazioni. Radio Radicale è un soggetto privato e, come tutti i soggetti privati, deve riuscire a sopravvivere con i propri mezzi. A meno che non svolga un servizio insostituibile. Ma non è questo il caso.

Luca Craia