sabato 23 marzo 2019

Montegranaro: Forza Italia detta le condizioni. E la cosa già fa ridere di suo.


Ho letto con un certo stupore e una certa ilarità l’articolo odierno del Carlino in cui Demis Ranalli manda un messaggio che sembra un dictat ai suoi ex alleati del gruppo che fa riferimento a Gismondi: mettiamoci insieme o Forza Italia corre da sola. Non solo, ma Forza Italia vuole avere il ruolo centrale, rivendica una sorta di leadership del centro-destra, chiedendo di conseguenza l’esclusione di eventuali alleanze con forze di altre provenienze, leggi, per essere chiari, Sinistra Italiana. E tutto questo sembra una barzelletta, una barzelletta amara, che fa ridere un po’ a bocca torta, ma sempre barzelletta rimane.
Fa ridere, perché Forza Italia, da sola, a Montegranaro non è pesabile politicamente, non si può sapere quanti voti possa smuovere, ma si può supporre che siano davvero pochi. Questa supposizione deriva dai dati nazionali, che vedono il partito del Cavalier di Arcore in picchiata quasi peggio del PD, ma anche dal fatto che, a livello locale, Forza Italia non è mai esistita, con apparizioni evanescenti di circoli e tesserati di cui nessuno, nemmeno il partito stesso, ha mai saputo dare un numero preciso. Non è, quindi, una posizione da cui si possano dettare le regole di ingaggio per un’alleanza.
Alleanza, tra l’altro, che pare abbastanza difficile da pensare, perché comunque si tratta di aggregare uomini, e gli uomini di Ranalli, compreso lo stesso Ranalli, non hanno avuto un rapporto idilliaco con quelli di Gismondi, tra ripicche, sgambetti, piccole e grandi cattiverie che sono sfociate nella sfiducia che fece commissariare Montegranaro e poi nella proposizione di una lista Basso alle scorse amministrative che ha sostanzialmente regalato Montegranaro a Edi Mancini & Co su un piatto d’argento. Va bene che in politica tutto è possibile, ma che Gastone Gismondi e Mauro Lucentini possano scurdasse do passato, chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, la vedo parecchio dura.
Però l’intento di fare una lista autonoma, sempre che ci riescano, ricalca ancora la politica ammazza-Gismondi di cinque anni fa, dividendo di nuovo l’elettorato di destra con un potenziale danno verso l’ex Sindaco e il suo schieramento. Ma i tempi sono cambiati, gli scenari pure e, soprattutto, non c’è più Basso. Io, fossi Ranalli, abbasserei i toni, ma tanto, di almeno un paio di ottave. Ma anche lo facesse, credo che Gismondi molto difficilmente possa imbarcare nel suo incrociatore elettorale il gruppo di Ranalli. Magari provi col PD, potrebbe avere maggior fortuna e più affinità.

Luca Craia