C’è anche chi dice che sia stata una pensata del Presidente
Mattarella, noto mattacchione quando ci si mette, quella di far accogliere
Salvini al Quirinale da un corazziere di colore. Io, se non altro per rispetto
alla carica del Primo degli Italiani, preferisco pensare che sia stato un caso,
visto che sarebbe ben triste se il Presidente della Repubblica si mettesse a
fare gli scherzetti. In ogni caso l’occasione si è fatta ghiotta per i
detrattori del leader leghista e del Governo legittimamente in carica, per
scaricare ancora una volta un po’ di bile e muovere le solite accuse di
razzismo, accuse che, come ben sappiamo, non si negano a nessuno, men che meno
a Salvini che pure ci mette un po’ di suo.
Il punto, però, è che questa gente, giornalisti, intellettuali,
nevrotici di sinistra, parla di razzismo senza riuscire a provare l’accusa. E
questo avviene perché l’accusa è infondata. Il problema sollevato da Salvini,
infatti, oltretutto interpretando evidentemente un sentire comune degli
Italiani, non è una questione razziale ma di ordine pubblico ed equità sociale.
Nessuno ha mai posto la questione immigrazione sul piano della razza, dell’etnia,
della provenienza geografica. Il problema che si rileva e che si sta cercando
di risolvere, magari anche commettendo degli errori, investe l’impatto sociale,
economico e umano del flusso migratorio sugli equilibri nazionali, in termini
di lavoro, stato sociale e criminalità.
Il problema è che l’Italia, e con l’Italia l’Europa stessa,
non può permettersi di gestire un flusso migratorio come quello che l’ha
investita negli ultimi anni. E questo non dipende dall’etnia del migrante,
sarebbe lo stesso problema se a migrare in Italia fossero gli Scandinavi o gli
Spagnoli. A porre la questione sul piano dell’etnia, della razza, e quindi del
razzismo, sono proprio gli autodichiaratisi anti-razzisti. La dimostrazione
lampante sta nella diatriba sul “Corazziere Nero”, sulla quale non ho sentito
Salvini spendere una parola polemica. La polemica la stanno facendo gli
anti-razzisti, ponendo l’accento sul colore della pelle del militare. Mentre si
dovrebbe vedere soltanto un soldato italiano nella sua divisa, gli
anti-razzisti vedono un soldato nero. Mi pare chiaro che il razzismo sta da
tutt’altra parte rispetto a quella che indicano. Dovrebbero specchiarsi.
Luca Craia