Sono entrati in una abitazione occupata da Marocchini e ci
sono rimasti per almeno tre ore, i Carabinieri di Montegranaro, con successivo
intervento anche dei cani antidroga. Siamo nel centro storico, in quello che
qualcuno, con un paragone azzardato, ha acostato a una Medina. Cosa abbiano
trovato non lo so, suppongo lo leggerete a breve sulle cronache. A me interessa
fare un altro ragionamento.
Parto, però, dal ringraziare l’Arma dei Carabinieri che, con
questi interventi, rende più sicuro un posto come il centro storico di
Montegranaro che sta diventando sempre più degradato e potenzialmente
pericoloso. Poi passo ad analizzare i fatti, fatti che sono piuttosto consueti
nel quartiere antico, fatti che parlano di una sacca di criminalità che ha
eretto domicilio nel luogo più dimenticato del paese, in un luogo in cui il
degrado è ormai assodato e sostanzialmente accettato, se non ufficialmente, di
fatto, con mancati interventi, con una politica miope e ipocrita, con un
atteggiamento che finge di intervenire ma in realtà tollera e lascia che le
cose degenerino senza opporsi in alcun modo.
È una situazione in involuzione costante ed esponenziale che
vede la popolazione straniera del centro storico, sempre più numerosa e
prevaricante nei confronti degli autoctoni, assumere sempre più spesso
comportamenti al di fuori della legalità. Questo avviene dopo anni di
convivenza più o meno pacifica, con un deterioramento dei rapporti tra Italiani
e stranieri dovuto al fatto che, tra questi ultimi, quelli venuti a crearsi un
futuro e a migliorare il loro status sociale se ne sono andati con la crisi del
settore calzaturiero, lasciando spazio a gente che vive di situazioni estranee
alle leggi.
Una situazione che è innegabile, almeno per chi la vive
quotidianamente e non riesce più a tollerarla, ma che sembra sconosciuta e
assolutamente di nessun interesse per chi vive altrove e prende decisioni, fa
le scelte o, semplicemente, vuole promuovere un’idea di integrazione che esula
dalla realtà e dalla sostenibilità della stessa. Solo ierI si sono chiuse le
porte di una mostra che paragonava il centro storico di Montegranaro a una
medina, un’iniziativa che marcatamente segna la non conoscenza della realtà, la
distanza dalla stessa, il voler imporre un sistema culturale che non ci fa i
conti.
Tutto questo è pericoloso perché abbandona l’intervento,
lascia gli abitanti a combattere una battaglia per la sopravvivenza culturale
che è persa in partenza, il cui unico esito potrà essere l’abbandono del
centro storico da parte degli autoctoni e la sua trasformazione in qualcosa di
non più controllabile, sulla falsariga dell’Hotelhouse. In tutto questo il
lavoro incessante delle forze dell’ordine rischia di diventare inutile perché,
se la questione culturale si evolve in questo senso, il destino del centro
storico è segnato.
Luca Craia