mercoledì 26 settembre 2018

Tra Miss Italia a rischio squalifica e i risvegli di Ceriscioli, le Marche volano in bicicletta. All’Hotel House arriva lo spazzino e via le ruspe.



Una ce ne era andata bene, e manco lì si può stare tranquilli. Adesso ci vogliono togliere pure Miss Italia per una storia di foto più o meno sexy, più o meno rubate, più o meno opportune per far parlare di una manifestazione che, in realtà, non si sta filando più nessuno. E allora tutte le Marche in attesa, frementi, preoccupate per sapere se la coroncina di latta e la fascia resteranno in quel di Montegiorgio o voleranno a Napoli. Non si può campare così.
A proposito di fasce: Ceriscioli, tra un taglio del nastro e l’altro, viene fulminato, ma non da una saetta come tanti cattivoni si augurerebbero, bensì da un’illuminazione: c’è stato il terremoto e se ne sono scordati tutti. Ma, se gli altri si sono scordati, lui non se ne è accorto proprio, e veleggia tranquillo tra fondi per le ciclabili e soldi regalati agli amici amministratori per opere pubbliche destinate solo a fare campagna elettorale. In mezzo a tutto questo gli appare San Terenzio che gli dici: Luchino, al Governo non frega niente dei terremotati. E lui se la prende con quello attuale, di governo, perché quando c’erano i suoi amici a governare, quelli che per due anni hanno fatto in modo e maniera che tutto restasse fermo e che la gente se ne andasse lontana dalle montagne, lui dormiva beato. Almeno credo.
Intanto a Fermo si affilano le armi per la campagna elettorale della Provincia. Saranno elezioni cruente, con sfide all’ultimo sangue tra quelli che governano ora e quelli che governano ora. E sì, perché i cittadini non possono votare e, siccome si vota due volte durante la stessa consiliatura dei Comuni, e quindi a votare sono sempre gli stessi, sarà difficile pensare a grandi stravolgimenti. Del resto, per amministrare un ente territoriale che gestisce quattromila e cinquecento lire e le spende pure male, non servono luminari, possiamo tenerci pure quelli di adesso.
All’Hotel House di Porto Recanati arriva lo spazzino volontario. È un pensionato per invalidità che è andato a vivere nel palazzone multietnico e multicriminale, va a capire perché, con tanto posto al mondo, e ha deciso di impiegare il suo tempo a scopare per terra sul piazzale e lungo le scale. E la cosa pare essere, almeno a quanto si legge dai giornali, estremamente risolutiva dei tanti problemi di delinquenza, degrado e pericolosità sociale che affliggono quel blocco di cemento e droga di fronte all’Adriatico. Ma ora, con lo spazzino volontario, tutto sarà molto meno zozzo. Altro che le ruspe di Salvini.
Nel frattempo la crisi morde il calzaturiero, come tutti gli anni dopo il Micam, e ogni anno sempre peggio. Tutti a far finta di trovare soluzioni, politici, economisti e giornalisti d’assalto, almeno per un’altra settimana. Poi la crisi passerà, parleremo d’altro, e gli operai a spasso se ne faranno una ragione.
E se a Genova si parla di ricostruire il ponte di Ferragosto, quello che è crollato, intendo, ma dopo un mese e mezzo, a parte le chiacchiere e gli schizzi di Renzo Piano, altro non s’è visto, nelle Marche pare servano 90 milioni per mettere a posto i nostri, di ponti, perché crollano pure quelli, vedi Rubbianello. Ma Ceriscioli, il fulminato, deve fare le ciclabili. E guai a chi tossisce.

Luca Craia