Che la questione terremoto non fosse prioritaria nemmeno per
il nuovo governo pare ormai acclarato ma, se ci fosse bisogno di un’ulteriore
conferma, basta guardare come ci si sta muovendo per la nomina del nuovo
Commissario Straordinario, data la scadenza del mandato della De Micheli. Dopo
l’ipotesi dell’incarico a Curcio, fortemente criticato nell’ambiente dei
terremotati e non solo proprio perché dava la netta idea di una continuità col
passato, ora arriva la notizia del congelamento della scadenza di mandato per l’attuale
commissario in attesa della nomina di quello nuovo.
Probabilmente, almeno spero, ci si è resi conto che nominare
Fabrizio Curcio sarebbe stato un atto politico autolesionistico, e si è deciso,
in extremis, di prendere tempo. Ma questo prendere tempo è un ulteriore prova
di quanto la questione sia secondaria rispetto alla tabella di marcia del
Governo Conte che, pure, ha avuto tutto il tempo per pensare e produrre una candidatura
apprezzabile. Del resto c’erano sul tavolo anche le disponibilità di personaggi
del calibro di Giuliano Pazzaglini e Sergio Pirozzi che, seppure con i propri
limiti, rappresenterebbero in maniera più concreta le necessità del territorio.
Eppure si tergiversa, si cerca la candidatura bipartisan, che magari serva ad
addolcire qualche rapporto parlamentare.
Tempo non ce n’è, come non ce n’è mai stato, ma il Governo se
lo prende, lo perde, e continua a giocare politicamente sulla pelle dei
terremotati come, del resto, hanno fatto i governi precedenti. Intanto, come si
rimarca da più parti, sta arrivando un altro inverno, il terzo dal terremoto. E
la situazione resta drammatica. Ma interessa poco.
Luca Craia