lunedì 24 settembre 2018

Aperture domenicali. I posti di lavoro persi con la legge Monti sono molti di più di quelli che si perderebbero chiudendo di domenica.


Uno degli argomenti usati da coloro che si oppongono alla volontà del Governo Conte di chiudere i negozi, in particolare i centri commerciali, nei giorni festivi è quello della potenziale quanto non provata perdita di posti di lavoro che questo comporterebbe. A smentire questa argomentazione, molto cara, a quanto pare, agli esponenti del PD che dimenticano sempre più spesso le proprie radici a sinistra, arriva uno studio condotto dalla Confesercenti e pubblicato ieri da Adnkronos. Secondo questo studio, realizzato incrociando dati ISTAT e MISE, risulterebbe che, dopo la liberalizzazione del commercio voluta dal Governo Monti che introduceva la possibilità di tenere aperti i negozi tutti i giorni, sette giorni su sette e senza limite di orario, ben 55.951 attività commerciali hanno chiuso i battenti. Nello stesso tempo i grandi centri commerciali sono cresciuti di 2.400 unità.
Analizzando a fondo i dati diffusi da Adnkronos, pare evidente che il comparto più danneggiato sia stato quello del piccolo commercio, con 31.594 negozi chiusi con metratura al di sotto dei 50 mq e altri 22.873 esercizi che hanno chiuso i battenti sono con superficie massima di 150 mq.
La deregolamentazione voluta da Monti ha quindi fatto guadagnare alla grande distribuzione, dal 2011 al 2017, circa 7 miliardi di Euro, pari a un incremento del 3% del fatturato. Un fatturato evaporato dal piccolo commercio.
I posti di lavoro, quindi, sono già stati persi in questi sei anni, e sono anche tanti, perché quasi 56.000 attività chiuse significano titolari e commessi senza lavoro, significano una perdita di ricchezza generale per il Paese a tutto vantaggio della GDO che, in linea di massima, essendo in mano ai grandi gruppi internazionali, poco portano all’Italia. Riportare la situazione a prima della liberalizzazione di Monti equivarrebbe a dare ossigeno al piccolo commercio, innescando un processo contrario. E agevolare il piccolo commercio è lungimirante: all’estero i grandi centri commerciali sono in crisi profonda a causa delle vendite online che, invece, danneggiano poco i piccoli esercizi. Far crescere questi ultimi significherebbe essere pronti per uno scenario che presto andrà a verificarsi anche in Italia. In quanto ai posti di lavoro, ebbene, direi che è l’ennesima baggianata che punta più agli interessi politici ed economici di aree di potere ben definite, come sempre a discapito degli Italiani.

Luca Craia