Ho una certa età, ma a cinquant’anni non credo di essere così
vecchio da reputare i miei ricordi come qualcosa di talmente lontano da non
essere raffrontabile con la realtà odierna. E nei miei ricordi c’è la mia terra
molto diversa da com’è ora. Ricordo una terra tranquilla, una terra che non
finiva mai sulle cronache nazionali, una terra fatta di macchine lasciate
aperte, case con le chiavi nella toppa, libertà di andare ovunque senza temere
nulla.
Il Piceno, come lo ricordo io, non c’è più e pare di parlare
di qualcosa di lontanissimo, qualcosa che non ha nulla a che vedere con il
Piceno di oggi. Certo, i criminali ci sono sempre stati, ma chi si ricorda questa
regione delle Marche qualche anno fa sa benissimo che la situazione non è
paragonabile. Oggi il Piceno è pericoloso, inutile nascondercelo. E non è
pericoloso solo per la presenza di zone franche di criminalità, come il
famigerato Hotel House di Porto Recanati o il suo omologo fermano, Lido Tre
Archi, pezzi di territorio strappati all’Italia e alla civiltà, zone dove non
si può più mettere piede se non nella consapevolezza di rischiare e anche
tanto. Il Piceno è pericoloso ovunque, anche nei nostri centri una volta bolle
ovattate di serenità, casa comune, posto protetto.
Oggi le nostre città un po’ più grandi sono mercati di
droga, posti dove capitano crimini quotidiani anche gravi. Non ci sentiamo più
sicuri, siamo impauriti, per noi, per i nostri figli. Droga, violenza, furti,
rapine, aggressioni sono all’ordine del giorno e, se è vero che i criminali non
hanno bandiera o nazionalità, è anche vero che all’Hotel House o a Lido Tre
Archi non sono gli Italiani a creare problemi e, se apriamo un giornale a caso
e controlliamo la cronaca, gran parte dei reati sono ascrivibili a stranieri.
È questa realtà innegabile che crea tensione, ma a
moltiplicare rabbia e paura c’è l’atteggiamento di certa politica che nega il
problema e continua nel suo eccesso di garantismo, nella sua visione ideologica
sganciata dalla realtà. Macerata è una città pericolosa, e trent’anni fa non lo
era, non così. Ancona è pericolosa, anche i paesini lo sono, magari in zone ben
precise, ma ci sono aree che è meglio evitare in ogni paese. Trenta o quarant’anni
fa una cosa del genere non era neanche immaginabile.
È l’evoluzione della società? Ebbene, possiamo anche non
accettarla, possiamo anche chiedere un’evoluzione migliore, possiamo chiedere
che chi governa e chi decide prenda decisioni che fermino questa degenerazione.
Difenderla è pericoloso, prima di tutto per quegli stranieri onesti e integrati
che sono i primi a essere danneggiati dalla tensione che sta salendo. Non
capire questo, non capire che servono soluzioni e non slogan, fa assumere a chi
continua su questa strada una gravissima responsabilità.
Luca Craia