mercoledì 18 aprile 2018

Macerata capitale del male? No, è solo il luogo dove è stato capito come vanno le cose in Italia.


Non trova pace Macerata, non la trova dall’orrendo fatto di sangue che ha visto protagonista la povera Pamela e l’ordinaria delinquenza nigeriana, diventata per un giorno straordinaria, a cui è seguito l’ignobile raid xenofobo di Luca Traini che ha assediato da solo la città. Da allora Macerata è diventata, suo malgrado, un simbolo. È un simbolo per gli antifascisti o sedicenti tali che vedono fascisti dappertutto in una sorta di ossessione schizofrenica, e per i fascisti che accusano Macerata di essere una specie di buco di scarico della società italiana, dove converge tutta la feccia. Entrambi, accomunati da scarsa intelligenza, inesistente rispetto e una macroscopica necessità di visibilità, non si fanno scrupolo di eleggere Macerata a palcoscenico per le loro oscene parodie.
L’ultima uscita di Roberto Fiore, leader del movimento neofascista “Forza Nuova” fa venire i brividi. Ecco come descrive Macerata in una nota data alla stampa: “poliziotti, avvocati, magistrati, criminalità nigeriana, traffici di ogni tipo, dalla droga agli organi, sono gli squallidi elementi di un quadro la cui regia è in mano ad una massoneria potente e assassina”. Un quadro allarmante, una fotografia di Macerata che né i Maceratesi né chi ci ha vissuto per anni e la ama come casa propria si sarebbe mai aspettato di trovare stampata sui giornali.
Macerata non è così, e Roberto Fiore sta evidentemente strumentalizzando biecamente il fatto che Macerata ha scoperto, in maniera improvvisa e dolorosa, di non essere la città tranquilla, oasi di pace, che tutti pensavamo fosse, forse ricordando tempi passati ancorché recenti. Macerata ha scoperto di essere afflitta dagli stessi mali che affliggono quasi tutte le città italiane, mali che vanno combattuti e sconfitti con forza, mali che si sono incancreniti grazie a politiche miopi e stordite da ideologie anacronistiche, ma che non fanno di Macerata e del suo territorio la fogna che Fiore vorrebbe dimostrare.
Non è con gli slogan dei neofascisti o coi canti partigiani dei radical che Macerata risolverà i suoi problemi. Non è mettendo alla berlina un’intera provincia e chi la abita che si possono risolvere i problemi, che pure ci sono e sono grossi, di criminalità, corruzione, droga. Si risolvono chiedendo leggi serie e la loro applicazione, si risolvono sostenendo l’opera delle Forze dell’Ordine e non impegnandole invano per sciocche quanto pericolose manifestazioni i cui si fronteggiano idioti di opposti schieramenti.
Macerata è come ogni altra città italiana. È afflitta da un male che va curato. La ricetta non è certo quella che propone Fiore.

Luca Craia