martedì 6 marzo 2018

Sei anni fa nasceva L’Abbraccio. Tanta strada e bene fatti, nel ricordo del fondatore, Gaetano Di Rosa.



Ieri sera, spulciando tra i ricordi che quotidianamente Facebook ci ripropone, mi è tornato davanti l’appello di mio cugino Gaetano per incontrarsi e cominciare a lavorare sulla costruzione di una onlus che sostenesse l’opera dell’hospice di Montegranaro. Gaetano mi aveva chiamato pochi giorni prima per propormi questa sua idea e ci eravamo incontrati, un tardo pomeriggio, al bar Corradini per discuterne insieme. Da lì nacque l’incontro che si sarebbe tenuto il 9 marzo presso la Sala dei Convegni di Palazzo Francescani, un incontro, ricordo, molto partecipato, con la presenza dello stesso primario del reparto e di oncologia a Fermo, Lucio Giustini, dal quale prese le mosse quell’associazione che, pochi mesi dopo, prese il nome di L’Abbraccio.
Gaetano Di Rosa voleva fortemente creare questo sodalizio e mi coinvolse perché entrambi avevamo avuto lutti gravi e avevamo avuto l’esperienza di avere una persona cara seguita e curata presso l’hospice montegranarese. La sua esigenza era di sostenere il più possibile questa realtà e di aiutarla a continuare la sua opera umana e medica in aiuto di uomini e donne posti davanti a grandissime sofferenze fisiche e psicologiche. Sapeva, Gaetano, quello che prova il familiare di una persona ricoverata presso l’Hospice e si proponeva di prendere iniziative perché anche i familiari potessero essere aiutati ad affrontare momenti così difficili.
L’Abbraccio nacque per due motivi: sostenere l’Hospice come struttura, sia moralmente che economicamente, trovando finanziamenti e aiuti per iniziative che ne appoggiassero e ampliassero l’opera e, nel contempo, formare un gruppo di volontari che andasse in aiuto dei pazienti e dei loro familiari. Da allora sono passati otto anni e L’Abbraccio è diventata una realtà importante che lavora costantemente per portare avanti i propri obiettivi, prendendo miriadi di iniziative, coinvolgendo l’intera società civile e, soprattutto, portando quotidianamente i propri volontari in aiuto di chi soffre.
In sei anni di strada ne è stata fatta tanta e di bene altrettanto. Nel frattempo Gaetano ci ha lasciati, e non possiamo che rimpiangerne lo spirito, le iniziative, la mente vulcanica e la capacità di coinvolgere persone in progetti importanti come questo. Oggi a portare avanti l’associazione così fortemente voluta c’è un gruppo di persone motivatissime e dal grande cuore, guidate dal Presidente, Luciano Pini, e da un direttivo con idee e grande sensibilità che ha fatto crescere l’associazione e ha amplificato la sua azione. Dopo sei anni da quell’incontro voluto da Gaetano Di Rosa, L’Abbraccio è una realtà consolidata e imprescindibile, della quale il fondatore non potrebbe che essere orgoglioso.


Luca Craia