mercoledì 7 marzo 2018

Esiste un pericolo eversivo a sinistra?



L’attentato di Trento contro la sede di Casapound è un bruttissimo segnale che si va ad aggiungere a una lunga serie di segnali preoccupanti che ritengo non vadano sottovalutati. Fin dall’inizio della campagna elettorale abbiamo assistito a un ritorno della sinistra antagonista sulle scene, un ritorno prepotente fatto di atti violenti ed eversivi, che vanno dalle grida contro i martiri delle foibe di Macerata fino a giungere alle violenze durante le manifestazioni contro le forze dell’ordine. Per quanto oggi un tale comportamento da parte di organizzazioni che si rifanno alla sinistra radicale ci possano sembrare inspiegabili, soprattutto in relazione al dichiarato pacifismo e alla definizione di democrazia che spesso queste formazioni si danno, la storia ci insegna che questa parte politica non sia nuova a manifestazioni di violenza e di eversione come queste. Anzi, proprio la storia ci indica come da situazioni analoghe si sia, in passato, scivolati, verso un’eversione pericolosa sfociata nella cosiddetta lotta armata.
Purtroppo lo stato del Paese oggi è di grande confusione e la sinistra radicale si trova sostanzialmente esclusa da qualsiasi rappresentanza politica reale. È probabilmente ci troviamo di fronte alla condizione ideale per la quale fenomeni eversivi violenti possano trovare radici tra il malcontento delle basi e una diffusa quanto condivisa convinzione di legittimazione data da un antifascismo autodefinito.
La superiorità morale della sinistra oggi si interpreta come autorizzazione a definire come fascista qualsiasi avversario politico e, in quanto fascista, l’avversario può essere combattuto con ogni mezzo. È un concetto largamente diffuso, basta frequentare i social network e si troveranno espressioni di questo tipo diffuse capillarmente in ambienti nemmeno troppo estremisti. A questo uniamo la strumentalizzazione degli immigrati utilizzati come strumento di lotta politica, come è accaduto a Firenze per l’omicidio del Senegalese che, pur non essendo di matrice xenofoba, così è stato disegnato a puro scopo politico. Se si rafforzerà la convinzione di essere autorizzati all’uso della forza contro l’antagonista politico, il rischio di tornare a scenari che credevamo passati alla storia è concreto.
È un rischio che va assolutamente scongiurato. Sono convinto che le Forze dell’Ordine stiano già lavorando per arginare il fenomeno, ma occorre che sia la stessa sinistra politica a stabilire in maniera precisa cosa sia lecito e cosa non lo sia, cosa sia condivisibile e cosa non. Se chi fa politica a sinistra continuerà a seminare odio contro l’avversario trincerandosi dietro a un pretestuoso antifascismo e approfittando di ogni fatto per mettere il proprio popolo e gli stessi immigrati in allarme contro inesistenti fenomeni xenofobi, si renderà potenziale complice di una situazione che potrebbe mettere a rischio seriamente il Paese.

Luca Craia