sabato 10 febbraio 2018

Macerata. Sfilata finita, bambini contenti. È andata bene.



È andata bene, via. Non s’è fatto male nessuno, si sono fatti un giretto attorno alle mura, una bella passeggiata corroborante, hanno fatto i loro coretti e ora tornano a casa contenti. Non s’è visto un fascista che sia uno, al contrario di quelli dei centri sociali che l’altra sera, alla manifestazione dell’altro lato di questa gara tra irresponsabili, ci sono andati eccome a cercare rogna. I fascisti no, non ci sono andati: o si sono messi paura o non è vero che a Macerata è pieno di fascisti.
A farsi male sono stati i commercianti, che hanno perso un sabato di lavoro; gli studenti, che hanno perso una mattinata di lezioni; le Istituzioni, che hanno perso la faccia; gli stessi manifestanti, che hanno fatto la figura barbina del coretto demente sulle foibe. Però hanno avuto la loro soddisfazione e sono tutti contenti.
Probabilmente l’intento non era solo quello di farsi una passeggiata a Macerata, in realtà un tizio col megafono lo ha anche detto: “ci riprenderemo la zona grigia” dove la zona grigia saremmo noi, che non siamo né fascisti né comunisti. Mi fa un po’ impressione essere considerato grigio, ma posso sopravvivere. Comunque la “zona grigia” non l’hanno certo recuperata oggi con questa pantomima di bellecciao e hastalavictoriasiempre.
Alla fine, la cosa positiva è che Macerata ha dimostrato che l’accusa di razzismo e fascismo è infondata, e questo è un bene, perché Fermo ancora si porta addosso immeritatamente il marchio impresso a fuoco dagli stessi che oggi zompettavano felici lungo le mura. A proposito: a me tanta allegria mi ha fatto un po’ rabbia. C’era davvero poco di cui stare allegri.

Luca Craia

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