martedì 12 dicembre 2017

Marcorè va in barca a vela mentre dà “ritmo vitale alle zone colpite dal terremoto”.




Sarà una fissa la mia, sarà che forse mi è sfuggito qualche particolare, ma l’utilità di Risorgimarche, ormai a diversi mesi dall’ultimo concerto, ancora non la capisco. Certo, chi ha partecipato ha avuto modo di assistere a bellissimo concerti in una cornice magnifica quale può essere quella offerta dai nostri monti, ma il ritorno per le zone terremotate e per i terremotati stessi non lo vedo. Eppure la motivazione con la quale gli è stato attribuito il Premio “Picchio d’Oro 2017”, onorificenza regionale che indica la figura del miglior marchigiano dell’anno, stabilita da un’apposita commissione in seno alla Regione Marte, ops… Marche, è questa:

“all'artista marchigiano che ha voluto e saputo portare le Marche all'attenzione nazionale, soprattutto con il progetto Risorgimarche, che ha dato energia per il futuro e ritmo vitale alle zone colpite dal terremoto”.

Incontestabile il merito di dare lustro alle Marche: Marcorè è un ottimo attore e fa bene quasi tutto quello che fa, non dimenticando mai le sue origini, e questo è un merito indiscutibile. Ma ritirare in ballo ancora una volta Risorgimarche come volano per riavviare la vita nelle zone terremotate a me pare una sciocchezza. Così come è una sciocchezza che la Regione Marche finanzi una nuova edizione dell’evento per il 2018, e lo faccia con fondi destinati ai terremotati. Ripeto: qualcosa mi sfugge.
Comunque Marcorè a ritirare il premio non c’era, ci ha mandato al moglie. Non c'era perchè è impegnato in una solitaria in barca a vela nell'Oceano Atlantico, solitaria dove sono certo penserà spessissimo alla gente che vive al freddo nelle roulotte perché le SAE sono in ritardo, di ricostruzione praticamente non se ne parla, ma di Risorgimarche sì.

Luca Craia

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