sabato 9 dicembre 2017

La sorpresa è sorprendente. L’intento di spopolare era chiaro fin dall’inizio.




Mi sorprende la sorpresa di tanti di fronte alle nuove da Ancona secondo le quali sembra che la Regione Marte stia ancora ragionando su investimenti in fatto di promozione turistica anziché ragionare su come ricostruire e come evitare che quanto accaduto nel 2016 si ripeta. Servono interventi urgenti, è tutto fermo, non si riesce nemmeno a fare una microzonazione che possa definirsi tale e i nostri amministratori regionali pensano a mostre, eventi e a premiare Marcorè che ha organizzato dei bei converti ma che, alla prova dei fatti, per i terremotati non ha fatto nulla se non distrarre l’attenzione dai problemi reali.
Mi sorprendo perché era chiaro fin dall’inizio: c’è la volontà ormai chiara e conclamata di spopolare le zone montane. Sono zone costose amministrativamente parlando, e svuotarle può essere un toccasana per le casse regionali in termini di sanità e servizi. Ma sono anche zone ricche d’acqua e l’acqua è un bene prezioso destinato a diventarlo ancora di più. Mandare via la gente facilità la gestione dell’acqua. In un’area spopolata puoi fare quello che vuoi, costruire discariche, inceneritori, dighe, astronavi. Nessuno ti controlla se non c’è nessuno a controllare.
La politica regionale è andata in questa direzione da subito, facendo il nulla mascherato da ricostruzione. Una politica suffragata dai due commissari straordinari, dal Governo centrale e dalla Protezione Civile, una politica che, però, riguarda maggiormente le Marche piuttosto che le altre regioni colpite. Una politica evidente, chiara, lapalissiana, e oggi ne abbiamo un’ulteriore prova. C’è ancora chi dubita, c’è ancora chi ha fiducia nei marziani di Ancona, ma mesi e mesi di interventi assurdi, inconsistenti, avvilenti e offensivi portano decisamente verso la dimostrazione della volontà di spopolare i Sibillini. E ci stanno riuscendo.

Luca Craia

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