mercoledì 20 dicembre 2017

Ipotesi storica sulle mura montegranaresi

Dai rilievi nel sottosuolo e dai ritrovamenti archeologici recenti nasce un’ipotesi affascinante circa l’importanza militare della nostra città. La Montegranaro altomedievale era di per sé una fortificazione formidabile per la morfologia della collina sulla quale è costruita, estremamente irta e scoscesa. In particolare i crinali a nord e a est risultano tutt’ora estremamente ripidi. I ritrovamenti recenti (ipogei, resti della Pieve), lasciano supporre l’esistenza di una cinta muraria più a monte rispetto a quella di cui oggi rimangono parti visibili.
La presenza di un portico asimmetrico e di un pozzo eccentrico rispetto al cortile in una casa limitrofa alla Pieve, unite all’orientamento di una finestra monofora ritrovata in quella che pensiamo fosse la sacrestia dell’antica chiesa, fanno pensare che l’attuale corso Matteotti in realtà risultasse, nella parte che va dalla torre dell’Annunziata fino a Porta Marina, privo di costruzioni. Dove ora sorge Palazzo Conventati probabilmente c’era solo uno spazio vuoto, così come per quanto riguarda piazzetta delle Erbe.
È interessante notare la modificazione della linea del piano stradale che, negli anni, è stata abbassata. Si nota, infatti, che il portale dell’antica Pieve è ben più alto rispetto alla strada, così come l’ingresso di Palazzo Cruciani. Inoltre, sopra l’attuale porta della torre dell’Annunziata, si evidenzia un graffito con tre croci stilizzate. Si tratta probabilmente di un segno lasciato da viandanti o pellegrini. Notevole è, però, l’altezza del graffito, oltre i tre metri. Tutto ciò lascia ragionevolmente pensare che l’inclinazione attuale del piano viario sia stata modificata rispetto all’originale la cui pendenza era decisamente minore, per poi declinare decisamente subito sotto la torre, il che si tramutava in un’ulteriore forma di difesa qualora si fosse superata la barriera di Porta Marina.
La torre dell’Annunziata, quindi, segnava probabilmente il punto di ingresso del castrum, chiuso da una linea di mura che scendevano lungo via Garibaldi e risalivano lungo via Solferino per congiungersi in via Conventati con le mura a nord; all’altezza della torre vi era una porta di ingresso. La linea difensiva primaria, quella tutt’ora parzialmente visibile, proteggeva ulteriormente l’abitato andando da Porta Marina fino a Porta Spina. Il tratto di mura a nord era quasi certamente unico in quanto la scoscesità del crinale era già sufficiente a creare una forte linea di difesa.
Porta Marina contava su due torri simmetriche, una all’angolo dell’ex farmacia e l’altra all’angolo dietro l’ex negozio di Rossetti, in via Di Battista. Le mura poi scendevano lungo via Di Battista fino all’altezza dell’attuale chiesa di San Pietro Apostolo che potrebbe essere stata anch’essa una torre così come è pensabile la presenza di un’ulteriore porta. Da lì riscendevano esternamente all’attuale via Castelfidardo fino a Porta Romana, estremamente fortificata perché posta su un crinale più dolce, per risalire lungo via Sant’Ugo e ricongiungersi alle mura di tramontana a Porta Spina di cui, in via Sant’Ugo, vi è tutt’ora traccia.
È bene precisare che siamo ancora nel campo delle ipotesi ma ci stiamo lavorando supportati da tecnici e storici dell’architettura. Vi terremo informati.

Luca Craia

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